Ossa rinvenute nella Nunziatura Vaticana, oggi sono cominciate le analisi

05/11/2018 di Redazione

Sono iniziate oggi le analisi sulle ossa rinvenute lunedì scorso, 29 ottobre, in un locale annesso alla sede della Nunziatura Vaticana, a Roma, in via Po 27. Ne ha parlato oggi il direttore della Medicina legale dell’Università di Roma Tor Vergata Gianni Arcudi, il perito nominato dal Vaticano. «Inizieremo nel pomeriggio le analisi, i reperti non sono ancora stati aperti – ha affermato –. Ad un primo esame non sembrano troppo degradati, anche se sono stati interrati in un terreno umido, ma lo sapremo con certezza solo dopo aver pulito le ossa».

Ossa rinvenute nella Nunziatura Vaticana, oggi iniziate le analisi

Come spiegato dall’esperto, sui tempi per la conclusione delle analisi non ci sono certezze. «Ora – ha affermato – dobbiamo pulire, catalogare e ricomporre le ossa, poi si vedrà se è possibile estrarne il Dna. In questo caso serviranno 7-10 giorni per un risultato, e nel frattempo, a seconda dello stato di conservazione, potremo fare delle ipotesi su quando sono state interrate, età, sesso e altezza della vittima».

Le ipotesi circolate

Dell’inizio delle analisi ha parlato stamane anche Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela Orlandi, la ragazza misteriosamente scomparsa all’età di 15 anni il 22 giugno 1983. «Gli esami sulle ossa sono iniziati oggi, ce lo ha detto poco fa il procuratore. È presto per avere certezza sul Dna, occorrono almeno otto-dieci giorni», ha detto. La legale di Orlandi, Laura Sgrò, stamattina ha avuto un incontro con i pm che indagano sul ritrovamento delle ossa. «Vogliamo capire chi per primo ha associato questa vicenda a quella di mia sorella. Anche su questo attendiamo risposte dagli inquirenti», ha dichiarato il fratello di Emanuela Orlandi.

Il nome di Emanuela Orlandi non è l’unico circolato. Secondo fonti del programma di Raitre ‘Chi l’ha visto?‘ «non è scomparsa la donna indicata da alcune ipotesi circolate sull’identità delle ossa ritrovate in una dependance della Nunziatura Apostolica di via Po». I resti- spiega una nota – «non possono quindi essere della moglie del custode Pino che ha alloggiato nell’edificio, all’interno di Villa Giorgina, perché lei non è scomparsa». A sostegno dell’ipotesi si era anche parlato di frequenti litigi fra i due che avrebbero potuto degenerare addirittura in un omicidio.

(Foto di copertina da Google Street View)

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