L’uomo licenziato e sostituito da una macchina si era infortunato nella stessa azienda che lo ha mandato a casa

25/05/2018 di Redazione

Aveva una storia tristissima alle spalle Osmu Labib, il 61enne lavoratore dell’azienda di Melzo, licenziato dalla stessa azienda perché una macchina, ora, può sostituirlo in tutte le sue mansioni. Nel 1991, lavorando sempre all’interno della stessa impresa, finì sotto una pressa. L’infortunio gli costò – come riporta il quotidiano Il Giorno – la perdita di una mano e le successive difficoltà di inserimento all’interno di un’altra posizione aziendale.

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Osmu Labib, perché è stato licenziato dall’azienda di Melzo

Da qualche tempo a questa parte, tuttavia, era riuscito a trovare il proprio equilibrio, anche nell’ambiente di lavoro. Osmu Labib, origini marocchine, inseriva i tappi sulle taniche e i contenitori prodotti dall’azienda. Un macchinario, che non ha uno stipendio, che non si infortuna, che non si stanca mai e che produce di più, ora gli ha rubato il lavoro.

L’azienda di Melzo gli ha inviato una lettera in cui gli ha comunicato la trsite circostanza. Che, per Labib, è un vero e proprio dramma in quanto, alle soglie della pensione e con un grave handicap, per lui è molto difficile trovare una nuova soluzione per sopravvivere e andare avanti.

Osmu Labib in quella fabbrica aveva lasciato tutto. Anche la sua mano

«Abbiamo valutato la possibilità – ha precisato l’azienda nella nota inviata a Labib – di assegnarla ad altre mansioni riconducibili alla sua professionalità. Purtroppo non è stata reperita alcuna posizione lavorativa vacante, essendo tutti i posti già occupati da altri dipendenti». Una vera e propria beffa. In quell’azienda, Osmu Labib ci ha lasciato tutto. Anche una mano.

Ora, il suo caso è stato preso in esame dai sindacati. Labib è iscritto alla Cgil, che si è subito attivata per ottenere una risposta dall’azienda. Che, al momento, non è ancora arrivata. La storia di Labib era stata raccontata dal quotidiano La Repubblica: ora, gli attestati di solidarietà sui social network l’hanno resa virale. E si spera che il tam tam mediatico possa permettere all’uomo di ottenere un risultato concreto.

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