Cos’è l’Orbiting e perché se ne parla anche in Italia

Iovine, che ha coniato il termine, lo ha descritto così: "Qualcuno ti tiene nella sua orbita. Abbastanza vicino per vedersi, abbastanza lontano per non parlare mai"

20/09/2022 di Giordana Battisti

Il ghosting, dall’inglese ghost, indica la pratica di interrompere i contatti con un partner o con qualcuno che si sta frequentando senza dare alcun tipo di avvertimento o spiegazione, ignorando completamente qualunque tentativo di contatto. Di recente, si parla anche di orbiting, una pratica resa nota anche dall’Osservatorio “Bullismo e Cyberbullismo” di Skuola.net e Citroën italia. Il termine deriva dall’inglese to orbit, cioè “orbitare”, e la prima a parlarne è stata la blogger statunitense Anna Iovine, che nel 2018, dopo aver vissuto questa esperienza in prima persona ha coniato il termine adeguato a descriverla.

Alla fine dell’anno, la parola orbiting è entrata nella rosa dei candidati per diventare la “Parola dell’anno 2018” secondo Oxford Languages. Con il termine orbiting si indica la pratica di smettere di comunicare con qualcuno mentre si continua però a monitorare, e talvolta a rispondere, alla sua attività sui social media. Si tratta quindi di un comportamento che secondo l’Osservatorio di Skuola.net e Citroën Italia potrebbe avere anche delle conseguenze sulla salute mentale degli adolescenti. A differenza del ghosting, che può essere a sua volta un’esperienza senza dubbio spiacevole, in cui una delle parti nella relazione scompare senza comunicare i motivi della propria decisione, l’orbiting è un comportamento reso possibile dall’utilizzo dei social network come mezzo per fare nuove conoscenze e verosimilmente conoscere un o una partner. I cosiddetti orbiter smettono di rispondere alle chiamate o ai messaggi, ma continuano ad essere presenti sui social magari mettendo mi piace ai post o inviando altri segnali simili che contrastano con la propria decisione di interrompere i contatti e che possono essere interpretati in modo differente dalla persona che riceve questo tipo di attenzioni.

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Gaslighting, orbiting: le “Parole dell’anno 2018”

Proprio per le conseguenze che queste relazioni che nascono e si sviluppano sui social network possono potenzialmente avere sulla salute mentale di chi ne fa esperienza si è aperto il dibattito sul fatto che l’orbiting possa essere volutamente utilizzato come strumento manipolativo per affermare la propria presenza “nell’orbita” – appunto – di qualcuno ma  senza esporsi troppo. Si tratta di un comportamento sintomatico del mondo frenetico e pieno di stimoli diversi degli incontri sui social, che per quanti mettono in atto comportamenti come questi sembrano essere visti più come uno svago o qualcosa che non abbia un impatto sulla vita reale delle persone e per questo da prendere poco sul serio.

È interessante che tra la rosa delle parole candidate a parola dell’anno 2018 secondo Oxford Languages ci fosse anche gaslighting: l’azione di manipolare qualcuno con mezzi psicologici facendogli accettare una falsa rappresentazione della realtà o dubitando della propria sanità mentale. Questo termine – che viene dall’ambiente psicoterapeutico – è diventato virale anche grazie alla spinta di social come TikTok, dove l’hashtag #gaslighting ha 1,7 miliardi di visualizzazioni. I video in cui compare l’hashtag di solito sono di persone che raccontano la propria esperienza o che postano «esempi di frasi che un gaslighter potrebbe dire» per aiutare le persone a riconoscere questa forma di manipolazione. I professionisti della salute mentale di solito cercano di mettere in guardia dall’abuso di termini come questi che potrebbero screditarne la rilevanza e le conseguenze sulla salute mentale.

Fa riflettere che la parola dell’anno 2018, secondo Oxford, fosse toxic, che nel corso degli ultimi anni è stato sempre più spesso applicato all’ambito delle relazioni sentimentali. È lecito domandarsi, quindi, quanto i social media abbiano contribuito ad inquinare le relazioni sia tra adolescenti sia tra adulti.

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