Il governo italiano ha deciso: non sarà abolita l’ora legale (e le battute che vengono fatte ogni anno)

18/11/2019 di Enzo Boldi

In Italia di legale c’è rimasta solamente l’ora. Questa è una delle tante battute che ci vengono propinate ogni anno durante l’ultima settimana del mese di marzo. È quella la data di scadenza per il passaggio dall’ora solare (quella reale, in base al movimento di sole e luna) e l’ora legale (utile per rendere le giornate ‘più lunghe’). Nell’agosto del 2018 l’Unione Europea aveva iniziato l’iter per decidere sull’abolizione dello spostamento delle lancette (in avanti o indietro in base alla stagione); poi la modifica del testo originale dando libertà a ogni Paese di scegliere per conto proprio. E l’Italia ha deciso di mantenere lo status quo.

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Non si tratta di una novità, ma di una conferma. Il documento con la posizione decisa dall’Italia era stato inviato a Bruxelles lo scorso mese di giugno. In quel Position Paper, questo il termine tecnico del testo presentato all’Unione Europea, il governo Conte-1 (quello che includeva il Movimento 5 Stelle e la Lega) aveva scritto di non voler sfruttare la possibilità di abolire l’ora legale. Ora, con l’avvento (inoltrato) del Conte-2, la posizione non è mutata e quel documento sulle scrivanie dei tecnici della UE è ancora valido.

Resta l’ora legale

Nell’ultima versione del provvedimento dell’Unione Europea, oltre al rinvio dell’entrata in vigore di questa abolizione al 2021, è stata lasciata libertà di scelta ai singoli Paesi della UE. Ogni governo, dunque, sta decidendo cosa fare della propria ora legale, in base alle proprie esigenze e perplessità. E l’Italia ha deciso, per il momento, di mantenere la propria posizione presentata nel giugno scorso, non modificando quanto già depositato. L’ora legale resta (per il momento) e saremo obbligati ad ascoltare le solite freddure primaverili.

(foto di copertina: da Memecrunch)

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