Gli strumenti di ChatGPT e DALL·E per evitare ingerenze elettorali

Il focus sembra essere incentrato sulle Presidenziali USA 2024, ma quest'anno si voterà in molti Paesi (e anche in Europa)

16/01/2024 di Enzo Boldi

Il 2024 sarà un anno molto importante per quel che riguarda il primo principio della democrazia. A livello globale. In particolare, c’è grande attenzione per due appuntamenti elettorali: il voto per le elezioni europee (gli italiani eleggeranno i propri candidati sabato 8 e domenica 9 giugno) e le Presidenziali americane (del 5 novembre). E siamo anche nell’anno in cui le principali criticità contestate allo sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale saranno messe alla prova. Non è un caso, dunque, che OpenAI abbia annunciato – proprio nelle scorse ore – l’introduzione di nuovi strumenti per tentare di scongiurare ingerenze (digitali) sulle prossime elezioni.

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L’annuncio è arrivato nella tarda serata (italiana) di lunedì 15 gennaio 2024, mostrando una proattività (anche se in ritardo rispetto a quanto denunciato in passato) da parte dell’azienda di Sam Altman su un tema – quello dell’equilibrio democratico e delle possibili influenze dei sistemi AI sulle scelte dei cittadini (compresa la creazione di bolle ancor più disinformative) – che ancora oggi rappresenta un terreno esplorato, ma non normato adeguatamente. Ed ecco perché saranno introdotti nuovi strumenti per cercare di arginare una deriva inevitabile, viste le esperienze raccontate nel corso degli ultimi 12 mesi.

OpenAI ed elezioni, i nuovi strumenti su Dall·E

Partiamo da DALL·E, l’algoritmo AI sviluppato dall’azienda di San Francisco per generare immagini da un testo. Già ora, questo strumento non consente di creare immagini su persone reali, compresi di futuri (e già certi) candidati alle prossime tornate elettorali. A tutto ciò sarà affiancato una sorta di sistema di certificazione di quanto creato attraverso l’intelligenza artificiale. Stando a quanto si legge sul blog di OpenAI:

«Stiamo lavorando su diversi tentativi di provenienza. All’inizio di quest’anno, implementeremo le credenziali digitali della Coalition for Content Provenance and Authenticity, un approccio che codifica i dettagli sulla provenienza del contenuto utilizzando la crittografia, per le immagini generate da DALL·E 3». 

Dunque, una certificazione basata su credenziali digitali (il suo funzionamento sarà spiegato in un articolo dedicato) in grado di risalire alla provenienza del contenuto generato dall’algoritmo di DALL·E. Infatti, l’azienda ha deciso di rendere disponibile questo tipo di classificatore di provenienza a breve. Non solo ai tester, ma anche ad alcuni giornalisti.

E per ChatGPT?

Per quel che riguarda il chatbot che ha aperto le danze del mercato dell’intelligenza artificiale a uso e consumo di (quasi) tutti, il rapporto tra OpenAI ed elezioni di configurerà seguendo un principio di potenziale autorevolezza (l’integrazione con gli aggiornamenti live delle news da tutto il mondo è stato il primo passo) e un rimando a un portale in grado di dare informazioni certe sul voto. Ma si partirà, per il momento, solamente dalle Presidenziali USA del 5 novembre 2024:

«ChatGPT indirizzerà gli utenti a CanIVote.org, l’autorevole sito web sulle informazioni sul voto negli Stati Uniti, quando verranno poste determinate domande procedurali relative alle elezioni, ad esempio dove votare». 

Poi, qualora questa sperimentazione andrà come previsto, ci sarà un’implementazione – seguendo lo stesso paradigma – a livello globale.

(foto IPP/Zumapress)

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