Problemi di banda (larga): manca la manodopera e si pensa ai detenuti (e non solo)

Proseguono i lavori in vista della Rete Unica per portare la fibra di Open Fiber in tutto il Paese. A livello pratico, però, ci sono problemi di copertura nei cantieri

11/06/2022 di Redazione

Gli accordi ci sono, la corsa contro il tempo anche, così come i cantieri chiusi nel corso degli ultimi anni e quelli aperti in attesa di concludere gli iter pratici e prolungare la strada della fibra ottica nazionale. Perché il progetto per unire l’Italia connessa sta andando avanti, ma ci sono alcune problematiche tecniche che stanno rallentando i lavori. Il tema principale, in queste settimane, è stato sollevato dall’amministratore delegato di Open Fiber (uno degli attori principali di questo tentativo di modernizzazione e uniformità del nostro Paese) Mario Rossetti che ha evidenziato come ci siano problematiche relative all’assenza di manodopera nei cantieri.

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Nel corso di una conferenza stampa tenuta a Milano, l’ad di Open Fiber ha sottolineato come la corsa contro il tempo per recuperare il tempo perso si stia scontrando con un ostacolo dettato dall’assenza di personale specializzato sul mercato. Il tema è quello dei cantieri e dei lavoratori da utilizzare nei vari cantieri: «Se avessimo 1.500 risorse, saremmo in grado di metterle al lavoro già domani mattina. L’azienda si sta dotando di risorse proprie per assumere persone direttamente, ci stiamo dotando di una campagna sui media cartaceo e digitali e stiamo guardando ad altri operatori, anche internazionali, che possano entrare in questo mercato perché lo sforzo è significativo».

Open Fiber e i detenuti nei cantieri in vista della Rete Unica

Dalla fine di maggio, infatti, l’azienda ha avviato una campagna di assunzioni con annunci di lavoro pubblicati sul web (anche se non risultano posizioni aperte dal portale ufficiale, ma sugli aggregatori di annunci ce ne sono) e su alcune testate cartacee specializzate. Per il momento, però, sembrano esserci alcune difficoltà nel reclutamento. Per questo lo stesso amministratore delegato ha detto di aver allacciato dei contatti con il governo (ricordando che nella partita sulla Rete Unica e la fibra in tutta Italia anche Cassa Depositi e Prestiti ha un ruolo fondamentale) per chiedere che nel decreto flussi fossero inseriti anche i lavoratori del settore TLC. Nel frattempo, in alcuni cantieri – come quello di Bollate (Milano) – le porte sono state aperte a quattro detenuti impegnati nel loro percorso di recupero. E l’idea è quella di coinvolgere molte altri dipartimenti di amministrazione penitenziaria per estendere questa possibilità anche da altre persone nelle stesse condizioni.

(FOTO IPP/MIPA)

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