Omicidio Vannini, la famiglia Ciontoli ricorre in Cassazione per ottenere un nuovo sconto di pena

30/04/2019 di Enzo Boldi

La famiglia Ciontoli, coinvolta nella morte del giovane Marco Vannini nella loro villetta di Ladispoli, ha deciso di ricorrere in Cassazione contro la sentenza di condanna della Corte d’Appello che, qualche mese fa, aveva già ridotto le pene rispetto a quanto deciso dal primo grado di giudizio. L’attenzione, in particolare, è rivolta sul caso del capofamiglia Antonio Ciontoli, sottufficiale della Marina Militare, a cui era stata inflitta una condanna di cinque anni di reclusione, rispetto ai 14 sentenziati in precedenza per il caso dell’omicidio Vannini.

Per ripercorrere questa triste storia che arriva dal litorale a Nord di Roma, occorre fare un passo indietro fino ad arrivare a quella tragica data del 18 maggio 2015. Il giovane Marco Vannini si trovava nell’abitazione di Ladispoli dove viveva la sua fidanzata Martina Ciontoli. Mentre si trovava in bagno, fu raggiunto da un colpo di pistola che, dopo una lunga attesa nell’allertare i soccorsi, lo portò fino alla morte.

Omicidio Vannini, i Ciontoli chiedono alla Cassazione le attenuanti

Cosa accadde davvero quella sera in quell’abitazione, a circa 40 chilometri da Roma, a distanza di anni, è una vicenda ancora controversa. Marco Vannini, secondo l’accusa, fu lasciato per tre ore agonizzante con la complicità dell’intera famiglia del sottufficiale e le sue condizioni peggiorarono fino a morire. Secondo la versione dell’accusa, il ventenne si trovava in casa della fidanzata e si stava facendo un bagno nella vasca, quando entrò Antonio Ciontoli per prendere da una scarpiera un’arma. Partì un colpo che ferì gravemente il ragazzo. Poi i ritardi nell’avvisare i soccorsi, le intercettazioni ambientali e una storia diventata giorno dopo giorno sempre più fosca.

La derubricazione in secondo grado

In primo grado grado Antonio Ciontoli fu condannato a 14 anni e il resto della famiglia a tre. In secondo grado il pg chiese la condanna a 14 anni per tutta la famiglia: per la moglie di Ciontoli e per i figli ci fu la conferma a tre anni e per lui una riduzione della pena fino a 5 anni. In secondo grado le contestazioni vennero modificate e i reati ascritti furono derubricati: il capofamiglia fu condannato a 5 anni per omicidio colposo, la moglie Maria Pezzillo e i figli Federico e Martina condannati tutti e tre a tre anni. Ora, in Cassazione, si deciderà se diminuire ancora le loro pene per l’omicidio Vannini.

(foto di copertina: Archivio Ansa)

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