Il ruolo di OnlyFans nell’identificazione del corpo di Charlotte Angie

La 26enne Carol Maltesi era molto attiva sulla piattaforma: da alcuni dettagli diffusi dalle autorità, un utente della stessa l'ha riconosciuta

29/03/2022 di Redazione

Un riconoscimento di un corpo da remoto, basandosi esclusivamente sui dettagli che sono stati diffusi dalla polizia all’indomani del ritrovamento del corpo stesso a Paline di Borno. Il tutto perché la vittime di un brutale assassinio era, in realtà, una nota performer di OnlyFans, nonché una attrice del panorama del porno italiano. Si è risolto così l’omicidio di Charlotte Angie, al secolo Carol Maltesi: un vicino di casa, questa notte, ha confessato di aver ucciso la ragazza e di aver tentato di occultarne il cadavere. La svolta nelle indagini è arrivata proprio grazie alla visibilità che la vittima aveva ottenuto su OnlyFans e su altre piattaforme online per adulti.

LEGGI ANCHE > Caso youtuber Gabby Petito, la confessione del fidanzato in un block-notes

Omicidio di Charlotte Angie, il riconoscimento del corpo grazie a OnlyFans

Nella giornata di ieri, infatti, il mondo del digitale si è praticamente sollevato per dare indicazioni utili agli inquirenti. Il primo passaggio è stato quello decisivo: un utente ha informato la redazione di BsNews, un locale quotidiano del Bresciano, della somiglianza tra l’elenco dei tatuaggi diffusi dalla polizia che aveva rinvenuto il cadavere a Paline di Borno con quelli dell’attrice Charlotte Angie (l’uomo aveva riferito di averne sentito parlare a Radio24, durante il programma La Zanzara, e di averne cercato le fotografie per curiosità). In particolare, l’uomo ricordava il tatuaggio leopardato su una gamba. La redazione di BsNews ha visionato una serie di filmati in rete (non solo OnlyFans, ma anche altri video ad accesso gratuito) e ha rinvenuto somiglianze tra l’identikit diffuso dalle autorità e le immagini stesse dell’attrice.

Dopodiché la redazione ha provato a contattare la ragazza telefonicamente, dapprima non ottenendo risposte e, successivamente, riuscendo a intavolare una conversazione via messaggi su WhatsApp. Tuttavia, questa conversazione – poco naturale – si concludeva bruscamente, con il diniego della persona che, dall’altro capo del telefono rispondeva al giornalista di BsNews, di sentirsi in viva voce, con una telefonata o anche solo con un audio. Da lì, la segnalazione alle autorità e la confessione dell’uomo – un 43enne – che si era dapprima recato in caserma per fornire alcune indicazioni su Charlotte Angie e che poi, messo alle strette dagli inquirenti, ha confessato di essere l’autore del delitto.

Share this article