Arrestare un giornalista nero che fa il suo lavoro, mentre il poliziotto che ha ucciso George Floyd è ancora libero

È l’America, signori. Quella che permette che le proprie forze dell’ordine arrestino Omar Jimenez, un giornalista nero, stimato corrispondente della CNN, mentre stava svolgendo il proprio lavoro. Non voleva risparmiare le immagini di violenza cruda che si stavano consumando, nell’alba americana, per le strade di Minneapolis, con la stazione della polizia in fiamme, la gente in strada e gli agenti in tenuta antisommossa a cercare di sedare la rivolta per la morte del 46enne nero George Floyd.

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Omar Jimenez arrestato a Minneapolis, la sua vicenda

Veniva arrestato Omar Jimenez, in diretta televisiva. Con il microfono in mano, fino all’ultimo momento, quando gli agenti lo hanno ammanettato. La telecamera puntata sul volto e lo sguardo fisso nell’obiettivo, quasi a voler dare una spiegazione ai propri spettatori sul perché, in quel momento, il servizio di documentazione giornalistica di una delle più gravi rivolte negli Stati Uniti degli anni 2000 si stava interrompendo.

È l’America, signori. Quella che, di contro, consente all’agente di polizia che ha ucciso George Floyd, il 46enne colpevole di aver falsificato un assegno, premendo il proprio ginocchio sul collo della vittima per otto minuti, nonostante il pietoso grido I can’t breathe, di essere ancora a piede libero. Di aspettare la propria accusa e un eventuale capo di imputazione. Al momento, l’unica limitazione che sta scontando è quella di essere stato allontanato dal servizio.

Omar Jimenez e il confronto con il poliziotto che ha ucciso George Floyd

È davvero questa, dunque, l’America che sta andando in diretta televisiva, con i fascioni delle breaking news a rendere solenne il momento? Come può essere possibile che la principale democrazia occidentale permetta che, all’interno dei propri confini, si verifichino episodi come questo? Omar Jimenez stava filmando e raccontando. Come aveva sempre fatto. E non voleva rinunciare a trasmettere al proprio pubblico una parte importante di verità. Quella che qualcuno, forse, voleva occultare chiedendo a lui e alla propria troupe di allontanarsi. Omar Jimenez ha collaborato e ha risposto alla richiesta della polizia. L’agente che ha ucciso George Floyd avrebbe dovuto, invece, collaborare con chi gli chiedeva semplicemente di respirare.

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