L’Europa è pronta per approntare una base legale contro i crimini d’odio, anche online

Le parole di Ursula von der Leyen

09/12/2021 di Redazione

I crimini d’odio stanno per diventare una priorità per l’Unione Europea. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, si è detta molto preoccupata per l’aumento di questa tipologia di reati, sia online, sia offline. Per questo motivo, ha sollecitato i colleghi delle istituzioni a individuare un quadro normativo comune a livello UE affinché tutti gli stati membri possano seguire questo solco.

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Crimini d’odio online, anche l’UE inizia a parlarne

«L’elenco esistente dei crimini dell’Ue nel trattato sul funzionamento dell’Unione europea – ha detto la von der Leyen – deve essere ampliato per garantire norme comuni minime su come definire i reati e le sanzioni applicabili in tutti gli Stati membri dell’Ue». Tra l’altro l’iniziativa viene ribadita a un anno di distanza dal discorso della presidente sullo stato dell’Unione nel 2020, occasione in cui si parlò di estendere la lista dei crimini prevista dall’organismo internazionale.

Il fatto che in diversi Paesi dell’Unione Europea si preveda una sanzione per i crimini d’odio – anche online – o di incitamento all’odio, impone comunque una riflessione a livello comunitario, in modo tale che in tutto il territorio si possa fare fronte comune e che le vittime di questi reati possano essere tutelate in egual modo. Principio che vale a maggior ragione per quanto riguarda i fenomeni di hating e di odio online, che si possono verificare anche da basi territoriali diverse rispetto al Paese d’origine della potenziale vittima.

Ora, bisognerà attendere la reazione dei Paesi membri prima che la Commissione possa avviare il vero e proprio iter legislativo. In Italia, la proposta ha trovato una positiva reazione da parte di Laura Boldrini, spesso bersaglio di odio online, che ha commentato così su Twitter: «Bene la Commissione UE sulla necessità di un’azione comune contro i crimini d’odio in strada e in rete. Oggi troppe persone ne sono vittima. Per loro ho presentato una proposta di legge contro l’hate speech online. La responsabilità è di chi scrive e delle piattaforme web».

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