Cosa c’è di positivo e cosa di negativo sui dati del coronavirus del 25 marzo

Oggi non c’è stata alcuna conferenza stampa per comunicare i numeri coronavirus 25 marzo per il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli. Quest’ultimo, infatti, aveva qualche linea di febbre ed è in attesa dell’esito del tampone. Tuttavia, occorre registrare che la tendenza sia sul numero di nuovi contagi, sia sul numero dei nuovi decessi sembra essere in linea con quanto accaduto nei giorni scorsi. I casi attuali di positività al coronavirus sono 57.521 (+3.491 rispetto a ieri), il numero dei deceduti è salito a 7.503 (+683 rispetto a ieri).

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Numeri coronavirus 25 marzo, cosa c’è di positivo

Non mancano anche oggi segnali incoraggianti sul numero dei casi effettivamente registrati e mappati di coronavirus. Partendo dai dati della regione Lombardia, che restano in linea con quelli degli ultimi giorni, salvo variazioni minimali, il resto d’Italia si è allineato su una crescita dei contagi che oscilla sempre intorno all’8%. Una crescita che si è abbassata progressivamente, a partire dallo scorso finesettimana, quando il numero di nuovi casi e di decessi in un unico giorno aveva raggiunto i massimi storici dall’inizio dell’epidemia di coronavirus. La percentuale odierna di nuovi contagi è del 7,5% in più. L’altro aspetto positivo che più salta all’occhio è il numero di guariti in un solo giorno.

Mentre nella giornata di ieri (con 894 guariti) non si era registrato un dato incoraggiante, oggi il numero delle persone che hanno superato il tunnel del coronavirus è di nuovo rilevante: +1.036 guariti è un numero significativo, superiore rispetto a quello delle altre giornate.

Numeri coronavirus 25 marzo, cosa c’è di negativo

La nota dolente, purtroppo, è sempre quella collegata ai decessi. Anche oggi, siamo sugli stessi livelli della giornata dell’altroieri: il 23 marzo i morti erano stati 651, mentre nella giornata di oggi si sono registrati 689 decessi. Ovviamente, si tratta di un numero inferiore rispetto ai 743 della giornata di ieri, ma rappresentano comunque un pegno troppo alto da pagare, con un tasso di mortalità del virus che, stando a questi numeri, schizza al 10,1%.

Paradossalmente, è negativo anche il caso dei ricoveri nelle terapie intensive: +93 posti letto è l’indicatore che sottolinea, ancora una volta di più, la sofferenza dei reparti, che non riescono a rispondere alle esigenze di una popolazione sempre più bisognosa di nuove cure sanitarie.

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