Cosa c’è di positivo e cosa c’è di negativo nei dati sul coronavirus del 20 marzo

Abbiamo messo in archivio un’altra settimana di quarantena obbligatoria per l’emergenza nazionale che sta colpendo l’Italia. E anche i numeri coronavirus 20 marzo ci dicono che quest’ultima è ben lontana dall’essere in dirittura d’arrivo. La situazione continua a peggiorare, soprattutto nella regione Lombardia, mentre in altre parti d’Italia il contagio si allarga, sebbene in misura piuttosto controllata e senza la saturazione che si registra ormai nella regione del nord Italia. La conta dei dati fatti dalla protezione Civile, con la tradizionale conferenza stampa di Angelo Borrelli, parla di 37.860 (+4.670) contagi totali, altri 627 morti (che portano il totale a 4.032 morti), 2655 le persone in terapia intensiva, i guariti sono 5.129 (+689).

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Numeri coronavirus 20 marzo, cosa c’è di negativo

La prima brutta notizia arriva dalla Lombardia: +381 morti da ieri, +2.380 contagi totali. Il trend non sta ancora cambiando, nonostante le misure restrittive che sono state prese anche in anticipo rispetto ad altre regioni italiane. Tra le province cresce molto Milano, dato preoccupante soprattutto per la concentrazione di abitanti all’interno della seconda città più grande d’Italia. L’assessore Giulio Gallera, a questo proposito, ha affermato che anche all’interno delle proprie case bisogna limitare la socialità: «Se si ha anche solo il raffreddore e qualche linea di febbre – ha detto – è opportuno che questa persona stia in un’altra zona della casa rispetto al resto della famiglia, anche quando va a dormire».

I morti della Lombardia si vanno ad aggiungere a quelli che arrivano da tutta Italia (308 morti), per un totale di 689 decessi in più nella sola giornata del 20 marzo. Mai si era registrato un incremento percentuale così elevato in una sola giornata.

Numeri coronavirus 20 marzo, cosa c’è di positivo

Il numero percentuale dell’aumento dei contagi, ormai, si è attestato al di sotto dell’incremento del 15%. Il dato generale sui primi 155 tamponi delle prime 155 persone decedute analizzati dall’Istituto Superiore di Sanità comporta che lo 0,8% dei deceduti siano morti senza altre patologie.

L’indicazione migliore arriva da un confronto curato da YouTrend che ha messo a confronto i dati previsti dal governo con quelli attuali. Al momento, i dati reali sarebbero addirittura al di sotto di quelli previsti dal governo, anche se l’impennata degli ultimi giorni sembra essere sfuggita dalla curva che l’esecutivo aveva predisposto nell’approntare i dpcm che hanno limitato gli spostamenti in casa. I dati del governo sono di poco inferiori ai 46 mila casi per il 19 marzo, mentre i dati del bollettino della Protezione Civile di ieri si sono fermati a 41.035.

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