Intanto, NoName057 continua a prendersi gioco dell’Italia

Rivendicati alcuni attacchi DDoS nei confronti di siti ministeriali. Colpito anche quello di Giorgia Meloni

08/05/2024 di Enzo Boldi

Mentre a livello internazionale si prova a mettere a freno l’attività di LockBit – anche con lo svelamento dell’identità del fondatore della cybergang criminale -, l’Italia è ancora alle prese con gli effetti delle “punture di zanzara” degli hacktivisti filorussi di NoName057(16). Dopo gli attacchi – tutti DDoS (Distributed Denial-of-Service) – degli scorsi mesi, nella mattinata di martedì 7 maggio, c’è stata una nuova offensiva. Presi di mira diversi siti istituzionali legati ad alcuni Ministeri, oltre al portale ufficiale della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

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Stando alle rivendicazioni pubblicate all’interno del loro “particolare” canale Telegram, NoName057 ha colpito i siti istituzionali del MISE (Ministero delle imprese e del Made in Italy, guidato da Adolfo Urso) e del MIT (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, guidato da Matteo Salvini). Inoltre, gli attacchi DDoS sono stati rivolti anche al portale “personale” (ed elettorale) del Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, e un sottodominio – quello dedicato ai “Concorsi” – della Guardia di Finanza.

Questa mattina, invece, sono stati rivendicati altri attacchi DDoS nei confronti dei portali di alcune aziende di trasporti: ATAP, TTE, CTM, ATB e Autostrade per l’Italia.

NoName057 continua a prendersi gioco dell’Italia

Gli attacchi sono stati intercettati dall’ACN (Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale) e non sono state segnalate problematiche. Quasi tutti i portali colpiti, infatti, sono rimasi offline per pochissimo tempo e i siti – proprio per la natura DDoS dell’attacco, marchio di fabbrica di NoName057 – sono rimasti integri. Ovviamente, non si tratta di una situazione di emergenza e sui portali colpiti non ci sono dati sensibili e personali degli utenti. Dunque, nessun rischio di data breach. Sta di fatto che, ancora una volta, gli hacktivisti filorussi vogliono ricordare la loro presenza nel mondo cibernetico attraverso azioni dimostrative. Esattamente come successo già in passato. L’intento, dunque, è quello di “disturbare”, come confermato da un messaggio – pubblicato sullo stesso canale Telegram – in cui vengono riportati i titoli dei quotidiani italiani in cui si parla di questi attacchi.

«Ancora una volta, abbiamo rovinato l’umore della fidanzata di Zelensky Bandera Meloni (che, tra l’altro, anche molti italiani odiano)». Stepan Bandera era un nazionalista ucraino che durante il secondo conflitto mondiale si alleò con le truppe naziste di Hitler per combattere i sovietici.

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