Zingaretti: «Mi sono candidato per fermare Matteo Salvini»
26/02/2019 di Enzo Boldi
I sondaggi, per quel che possono valere, lo danno come vincitore delle primarie del Pd – in programma domenica 3 marzo nei gazebo sparsi per le strade italiane – e prossimo segretario del Partito Democratico. Nicola Zingaretti si confronterà con Maurizio Martina e Roberto Giachetti, ma i vari endorsement ricevuti fanno pendere l’ago della bilancia dalla parte dell’attuale governatore della Regione Lazio. Ma cosa lo ha spinto a partecipare a questa corsa per la leadership dei dem? Lo ha spiegato a Otto e Mezzo.
«Mi sono candidato per fermare Matteo Salvini ed ero preoccupato che il mio partito, il Pd, non riuscisse a farlo – ha detto Nicola Zingaretti rispondendo alle domande di Lilli Gruber e dell’ospite Antonio Padellaro -. Il Partito democratico smetta di essere la casa dei serpenti com’è ora, purtroppo». Le tensioni tra i tre candidati, però, non si sono certamente placati negli ultimi giorni, con diverse frecciatine lanciate da tutti nei confronti di tutti. Sintomo che tra i dem sembra non esser bastata la lezione delle urne del 4 marzo 2018.
Nicola Zingaretti e l’elogio del ‘nemico’ Salvini
E il Pd dovrebbe cercare di fare fronte unico contro il vero leader di questo governo, quel Matteo Salvini capace di scalare le gerarchie prima con Berlusconi e ora con Di Maio. Un ‘animale politico’ dagli artigli affilati che non lascia nulla al caso e prende tutto quello che gli altri tendono a perdere nel corso del tempo. «Salvini sceglie gli alleati e poi li ‘uccide’ – spiega Nicola Zingaretti -, li cannibalizza e li svuota con la sua forza». Un punto che pare abbastanza evidente anche dai risultati delle ultime regioni regionali. Non tanto in Sardegna, dove l’exploit è stato contenuto (seppur evidente), ma in Abruzzo.
«Luigi Di Maio si nasconde in un bunker»
C’è spazio anche per l’altro azionista di maggioranza del governo, reduce da due batoste elettorali che ne hanno miniato la leadership. «Sono molto colpito e deluso dalla reazione Di Maio ai risultati in Abruzzo e Sardegna, organizzativa e non politica – sostiene Nicola Zingaretti -. Vivono l’alleanza di governo in modo del tutto subalterno, il che provoca una crisi politica in M5S. Ho avuto l’immagine di un leader che si chiude nel bunker e non vuol vedere ciò che accade intorno a sé invece di affrontare un problema di leadership». Infine, il governatore della Regione Lazio ha negato qualsiasi possibilità di alleanza con il Movimento 5 Stelle.
(foto di copertina: ANSA / CIRO FUSCO)