San Donato Milanese, i sovranisti gridano al complotto: «Oscurato il gesto eroico di Niccolò»
23/03/2019 di Gianmichele Laino
Passato il tempo della paura e della solidarietà sul caso di San Donato Milanese e dell’autobus sequestrato da Ousseynou Sy – che ha tentato di uccidere 51 ragazzini -, è arrivato quello del complottismo. Sulla rete stanno circolando una serie di tweet che parlano della storia di Niccolò, uno dei ragazzini che si è reso protagonista dell’eroico salvataggio dei suoi compagni di classe. Il suo hashtag è addirittura entrato in tendenza, condiviso soprattutto da persone che hanno – nel nickname – la bandiera italiana.
Niccolò e il complotto dei sovranisti: «Hanno oscurato la sua storia»
Il motivo? Secondo queste interpretazioni, l’eroismo di Niccolò è stato messo in secondo piano rispetto a quello di Rami e Adam, due ragazzini figli di migranti che – per questo loro particolare status – non hanno ancora la cittadinanza italiana. Su questi ultimi si è aperto il dibattito politico: dai politici di destra, partendo da Giorgia Meloni e arrivando a Matteo Salvini, è arrivata la richiesta per la concessione della cittadinanza per i due ragazzini, grazie al loro gesto eroico. Una richiesta che fa gioco alle politiche sull’immigrazione dei sovranisti, dal momento che – nella loro interpretazione del fenomeno – la cittadinanza si conquista per meriti e non è un diritto acquisito da chi non è italiano. Da sinistra, invece, la storia di Rami e Adam è stata applaudita, ma è servita anche come illustrazione didattica del fatto che la cittadinanza non dovrebbe essere un premio, ma – appunto – un diritto democratico.
L’hashtag #Niccolò in tendenza su Twitter
Il dibattito scatenato intorno a questo tema, stando a chi ha commentato con l’hashtag #Niccolò su Twitter, è stato spinto dalla stampa che ha preferito sottolineare l’eroismo di due bambini stranieri, rispetto a quello di un ragazzino italiano che – stando a una versione dei fatti circolata immediatamente dopo l’episodio di San Donato Milanese – si sarebbe addirittura offerto come ostaggio per Ousseynou Sy, in cambio della libertà per i suoi amici.
#Niccolò e #Riccardo EROI grandi e italiani che devono subire l’umiliazione di essere oscurati da due marocchini solo perché è più bella la favoletta degli stranieri. Così possono raccontarci la balla che gli africani musulmani non sono tutti un peri colo.
— Maria #sonounodeimille il 737 (@mariamarilucen) 22 marzo 2019
#Niccolò e’ il vero eroe, si e’ offerto come ostaggio🎖️🎖️🎖️🎖️🎖️🎖️🎖️🎖️ https://t.co/KoAaJ95QAG
— cristiani🇮🇹🇺🇸 (@cristia42548563) 22 marzo 2019
L’unico eroe vero si chiama #Niccolò. https://t.co/Dvf3ZMDV3H
— Cristina Cersei ⭐️🇮🇹💚 (@cris_cersei) 22 marzo 2019
Ma la storia di Niccolò e del suo compagno è stata tra le prime a uscire sui siti di news
Bisogna tuttavia ricordare che la storia dei due ragazzini italiani che hanno chiamato per primi le forze dell’ordine è stata tra le prime a essere diffuse dal quotidiano La Repubblica. In uno dei primi video dal luogo del sequestro, infatti, è stato proprio uno dei due ragazzini italiani a essere indicato come il principale collaboratore delle forze dell’ordine. Successivamente, si è scoperto che alcuni altri ragazzi si sono distinti più di altri nella collaborazione con carabinieri e polizia. A quel punto, il dibattito politico ha amplificato una storia rispetto a un’altra. Ma non c’è nessun complotto che miri a nascondere le eroiche gesta di ognuno di quei 51 ragazzini dell’autobus sequestrato sulla Paullese. Tutti e 51 hanno avuto un comportamento encomiabile e non bisognerebbe fare distinzioni tra loro. Men che meno sulle loro origini.