Qual è il rapporto attuale tra Google e le notizie

Nell'annunciare la sperimentazione del blocco delle news per le ricerche dell'1% degli utenti europei, Google ha mostrato i muscoli dando qualche numero sulla sua efficacia come "vetrina di promozione" per i siti di notizie

18/11/2024 di Gianmichele Laino

Nell’annunciare la sperimentazione che avvierà – con ogni probabilità – una riflessione in Google sul fatto di rinunciare o meno ai siti di news tra i risultati di ricerca da sottoporre ai suoi utenti, il colosso di Mountain View mostra i muscoli e cerca di far capire alle istituzioni europee e all’ecosistema editoriale del Vecchio Continente quanto il suo ruolo sia – a suo dire – fondamentale per il mercato delle notizie digitali. Nel comunicato che ha spiegato la sperimentazione attraverso cui l’1% degli utenti Google in nove (ma a breve diventeranno otto, a causa delle proteste della Francia) Paesi europei non vedranno siti di notizie tra i risultati di ricercaq, Big G ha dato anche qualche numero sul suo rapporto con gli editori di tutto il mondo.

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News su Google, quali sono i numeri forniti dal motore di ricerca

Google afferma che ogni mese gli utenti cliccano 24 miliardi di volte su contenuti, legati a risultati di ricerca, che siano ascrivibili all’ecosistema editoriale globale. Ovviamente, in questo dato, Google aggrega non soltanto le performance del motore di ricerca, ma anche quelle di prodotti verticali come Google News e Google Discovery, presentati da sempre come delle vetrine fondamentali per gli editori, sia per la possibilità “democratica” di veder competere piccoli e grandi editori nello stesso luogo, sia per il boost di traffico che questi strumenti – almeno in passato – riuscivano a rappresentare per gli editori stessi.

Questi 24 miliardi di click al mese, secondo uno studio realizzato da PWC (che fornisce servizi di consulenza fiscale e legale alle imprese), hanno un valore economico: ogni click corrisponde a una cifra tra i 7 e i 9 centesimi a beneficio dell’editore. Da questo punto di vista, infatti, Google ha messo in evidenza come – grazie ai suoi servizi – l’editore possa avere benefici anche dalla raccolta pubblicitaria, mentre ha ricordato come Google News e Google Discovery (su questo fronte) rappresentino esclusivamente un valore in termini di brand, dal momento che le pagine degli editori utilizzate per questi servizi non prevedono spazi pubblicitari.

Google ha poi messo nero su bianco il numero di accordi raggiunti con gli editori per l’equo compenso legato ai loro contenuti: si tratta di 4000 realtà in 20 Paesi, a prescindere dalla legislazione e dalla regolamentazione vigente (anche in Italia, molti degli accordi tra Google e gli editori risalgono a prima della pubblicazione del regolamento dell’Agcom in proposito). Mountain View ha anche evidenziato il suo ruolo di partnership per la realizzazione di fondi ad hoc e di programmi specifici per il miglioramento dell’ecosistema informativo. Insomma, ha messo in mostra tutte le cartucce a sua disposizione per far comprendere la sua presunta “essenzialità” per la corretta divulgazione dell’informazione a livello globale.

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