La presa di posizione di Netflix contro chi definisce i personaggi gay «non necessari»

Il tweet risale a poco meno di venti giorni fa, ma si tratta di una di quelle prese di posizione di grandi marchi rispetto alla comunità LGBTQ che non può passare inosservata. I social media manager di Netflix hanno deciso di rispondere a una persona omofoba che ha pubblicato un tweet attaccando palesemente le politiche del colosso di streaming in merito alla presenza di personaggi gay e LGBTQ: ce ne sono troppi, secondo il commentatore. La risposta di Netflix è stata semplice ma molto efficace.

 

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Netflix zittisce un omofobo

Come segnalato anche da Bufale, Netflix ha preso il tweet di una persona convinta di essere furba e che chi di dovere non avrebbe mai letto le sue parole. Accade proprio il contrario, invece, dal momento in cui il tweet del 5 maggio dell’utente in questione ha ricevuto risposta. Il meme in questione vede protagonista Patrick di Spongebob – che rappresenta Netflix – e che dà da mangiare a Spongebob – che sarebbe le serie tv – con una zucca gigantesca, ovvero i «personaggi gay non necessari». La risposta di Netflix è lapidaria: «Ci dispiace che tu debba realizzare come ogni personaggio gay sia estremamente necessario». Un’altra delle tante persone che ritengono che Netflix – così come Disney + anche da noi in Italia, secondo Costanza Miriano – sia eccessivamente gay-friendy. Come se avesse senso affermare una cosa del genere, comunque.

Perché non ha senso dire “troppo gay-friendly”

Cosa vorrebbe mai dire? Avere cura di rappresentare una delle molteplici realtà di questo mondo – una delle tante che si discostano dalla eteronormatività, dalla famiglia tradizionale, dal ruolo antico di donna e uomo – non è e non potrà mai essere “troppo”. Rappresentare le persone LGBTQ in maniera degna, renderle presenti e non l’eccezione come le persone eterosessuali nelle serie tv – così come nei film, nei libri, nella cultura in generale – non può che fare bene a un mondo che ha tanto, tanto bisogno di capire che diverso non vuol dire sbagliato; diverso non vuol dire peggiore; diverso non vuol dire da bistrattare. Ogni realtà LGBTQ merita tanta rappresentanza quanta ne ha la realtà eterosessuale, quindi qualcuno dovrebbe smetterla di definire “troppo gay-friendly” determinati contenuti e fare una riflessione in merito. Più rappresentanza per le persone LGBTQ non significa togliere qualcosa alla realtà eterosessuale o a quella tradizionalmente intesa, ma può solo aggiungere un valore e fare bene a chi appartiene a queste categorie. Tutto questo, ovviamente, per chi non è semplicemente omofobo e per chi non pensa che essere LGBTQ sia una moda.

(Immagine copertina dal profilo Twitter di Netflix)

 

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