La nuova policy di Netflix sulle password condivise è un disastro: l’esperimento del Perù e le disdette di massa

La piattaforma di streaming vieta la condivisione delle password e la confusione che regna in Perù anticipa solo quel che accadrà nel resto del mondo

31/05/2022 di Martina Maria Mancassola

Lo scorso marzo, come vi abbiamo già raccontato, la piattaforma Netflix ha lanciato un test tra i clienti in tre piccoli mercati dell’America Latina, Perù, Cile e Costa Rica, chiedendo loro di pagare un canone extra nel momento in cui avrebbero condiviso la password del proprio account al di fuori del proprio nucleo familiare. Un portavoce di Netflix aveva dichiarato a The Verge che: «questo test è stato pensato per aiutare a garantire che le persone che usano gli account Netflix siano autorizzati a farlo». Secondo la società di ricerca globale sui media e l’intrattenimento Ampere Analysis, l’America centrale e meridionale registrerebbero le entrate per utente più basse della piattaforma di streaming, che dunque le rende molto vulnerabili alle oscillazioni di prezzo. Netflix, però, secondo quanto detto da Paul Erickson – analista del mercato dello streaming della società Parks Associates – a Rest of World, non sta testando la nuova policy nei più grandi mercati di streaming, come Brasile e Messico. Secondo i dati raccolti da Ampere Analysis, Netflix oggi guida il mercato peruviano con il 41% degli abbonati in streaming, seguito da HBO Max e Disney+ con circa il 20%. Il problema è che il test di Netflix in Perù si sta rivelando un disastro e probabilmente accadrà lo stesso quando verrà introdotto in altri paesi nel resto del mondo.

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La nuova policy Netflix in Perù è un disastro: che cosa sta accadendo

La confusione dei clienti Netflix e gli ostacoli normativi sono solo una anteprima di quel che accadrà a breve nei mercati del resto del mondo. I dirigenti della piattaforma hanno, infatti, implementato la politica in paesi al di fuori «dei loro enormi mercati, quindi potenzialmente non subiscono una grande perdita di buona volontà degli abbonati», secondo quanto affermato da Erickson. Netflix, con molte probabilità, replicherà le sue scoperte in questi tre piccoli mercati per lanciare la politica per la condivisione delle password a livello mondiale, poiché la società vuole espandere il divieto di condividere le password entro il termine del 2022. Da sempre, gli utenti condividono password e nome utente con amici e parenti e, fino a poco fa, Netflix l’ha sempre permesso, cioè non ha mai applicato prima costi aggiuntivi per aver violato la policy. Ma ora, per la prima volta, Netflix definisce «famiglia» solo le persone che convivono con un abbonato. Le persone che utilizzeranno l’account di un abbonato pur vivendo in un’altra casa, città o paese, verranno considerati inosservanti dei termini di utilizzo di Netflix. In Perù, per esempio, gli abbonati per evitare di incorrere nella violazione della policy, potranno aggiungere fino a 2 utenti in più – con cui non vivono – per circa 8 sole (circa 2 dollari) al mese ciascuno. Questa opzione è più economica rispetto all’apertura di nuovi account, che costano 24,90 soles (circa 6,80 dollari) al mese con un piano base.

La rivista Rest of World ha parlato con più di una dozzina di utenti Netflix in Perù, molti dei quali hanno dichiarato che più di 2 mesi dopo l’annuncio della prima nuova policy, non hanno ricevuto messaggi uniformi sui nuovi addebiti né sembrano essere soggetti alle stesse politiche. Ad alcuni, l’incremento dei prezzi è bastato per convincerli ad abbandonare definitivamente i loro account Netflix, mentre altri continuano a condividere i propri account tra famiglie senza alcuna notifica della modifica della politica o ignorando la nuova regola. In generale, la mancanza di chiarezza su come la piattaforma determinerà una «famiglia» e le diverse tariffe applicate ai diversi clienti hanno creato molta confusione tra gli abbonati, tant’è che Netflix sta rischiando l’intervento delle autorità di regolamentazione dei consumatori. Secondo Isabelle Charney, ricercatrice per Ampere Analysis, le nuove politiche di Netflix: «Potrebbero finire per causare problemi con la loro definizione finora vagamente dedotta di una famiglia». I rappresentanti di Netflix hanno dichiarato a Rest of World che se alcuni abbonati intendono «famiglia» come riferito alla famiglia tradizionale, in realtà la piattaforma lo riferisce alle persone che vivono nello stesso edificio. Carlos Luque, uno specialista della comunicazione di Lima, condivide il suo account con i suoi genitori, fratello e fidanzata, che vivono tutti in luoghi diversi. Nessuno di loro è stato informato di alcun cambiamento nella politica né a Luque è stato addebitato alcun costo aggiuntivo.

Altri utenti stanno già sentendo il cambiamento. Anche Gabriela A., di Lima, è solita condividere il suo account con due amiche che vivono in altre case: «Vorrei continuare a utilizzare il mio account ‘pirata’ il più a lungo possibile». Le sue amiche, invece, hanno ricevuto una notifica, quasi un mese fa, che invitava loro a convalidare i loro account, ma queste hanno semplicemente saltato il messaggio senza ripercussioni e Gabriela sta ancora pagando la stessa tariffa complessiva per tutte e tre. Kat Galindo di Lima ha deciso di eliminare definitivamente il suo account Netflix e abbonarsi, invece, a HBO Max: «Non erano solo le nuove accuse», ha dichiarato a Rest of World, aggiungendo che «Semplicemente non mi stavo godendo più la maggior parte dei loro spettacoli». Un rappresentante del servizio clienti Netflix in Perù ha dichiarato a Rest of World, in via anonima per timore di perdere il lavoro, che gli stessi rappresentanti del servizio clienti si trovavano confusi su cosa dire quando sono stati loro domandati lumi in merito al cambiamento di politica.

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