Il complotto social sulla morte di Nadia Toffa: «Uccisa dalla chemio, non dal cancro»

14/08/2019 di Enzo Boldi

Non c’è pace per Nadia Toffa, neanche dopo la sua dolorosa morte che l’ha strappata dall’affetto dei suoi cari, dei suoi amici, dei suoi colleghi e di tutte quelle persone che le hanno voluto bene senza conoscerlo. Martedì è stata una giornata durissima per tutti loro, ma c’è chi non ha perso l’occasione per gettare fango su di lei e chi ha strumentalizzato il suo decesso chiedendo addirittura a Salvini – che aveva espresso il suo rammarico per la scomparsa della conduttrice de Le Iene – di «parlare di Bibbiano». Oltre a tutto ciò, c’è chi ha lanciato il complotto sulla chemioterapia che avrebbe ucciso la 40enne.

Una battaglia anti-chemio che era già partita all’indomani della notizia del tumore che aveva colpito Nadia Toffa. Lei, dalle telecamere de Le Iene, aveva invitato tutti a non fidarsi dei trattamenti non convenzionali dicendo al pubblico di essersi affidata alla chemioterapia per combattere quello che lei ha sempre chiamato «il bastardo». In quel momento fu attaccata sui social da molte persone che sostengono come quella cura sia imposta dalle case farmaceutiche e che non serva a nulla, se non avvelenare il corpo e, addirittura, accelerare il processo che porta alla morte. E la storia si è ripetuta anche dopo il suo decesso.

Il complotto social sulla morte di Nadia Toffa

«Anche a causa di radio e chemio», twitta una donna che critica la narrazione giornalistica del lungo percorso di malattia di Nadia Toffa. Poi c’è un’altra persona che, invece, sembra quasi ironizzare sul fatto che la storia della conduttrice de Le Iene sia stata utilizzata dai media come emblema dell’efficacia della chemioterapia sui pazienti con il cancro. Insomma, neanche dopo la sua morte si riesce a rimanere in silenzio.

La terapia con l’urina

E poi c’è chi, per criticare le cure chemioterapiche, rilancia addirittura un trattamento a base di urina che potrebbe essere più efficace della chemio, mettendo il dubbio sul fatto che Nadia Toffa sia stata uccisa proprio dalla cura e non dal cancro. Tra i tanti commenti che si possono trovare su Twitter inserendo la chiave di ricerca ‘chemio’, c’è anche una vasta fronda di chi se la prende con le case farmaceutiche e la campagna mediatica pro-chemioterapia fatta dalla stampa.

(foto di copertina: ANSA/MATTEO BAZZI)

Share this article