Elon Musk finanzierà il suo accordo su Twitter con denaro proveniente da paesi che sopprimono la libertà di parola

Come si concilia la libertà di parola sulla piattaforma, tanto rivendicata da Musk, con il finanziamento di Twitter da parte di due paesi che la sopprimono?

06/05/2022 di Martina Maria Mancassola

Elon Musk, il mese scorso, annunciava la sua offerta di acquisto di Twitter dichiarando di voler fare del social un faro per la libertà di parola. Ma oltre a raccogliere denaro per l’accordo da 44 miliardi di dollari, il ricchissimo imprenditore starebbe anche pianificando di accettare finanziamenti per lo stesso da due paesi – Arabia Saudita e Qatar – che, se la storia non inganna, hanno sempre limitato la libertà di espressione e di parola. Ieri, infatti, un deposito della SEC ha mostrato nuovi finanziatori per il piano di acquisizione di Elon Musk, che comprende il principe dell’Arabia Saudita, Alwaleed bin Talal, e il fondo sovrano del Qatar. Entrambi i paesi impongono una dura censura per mettere a tacere il dissenso dei critici.

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L’acquisizione di Twitter di Musk sarà finanziata da Arabia Saudita e Qatar, paesi che reprimono la libertà di espressione

Una legge del Qatar afferma che la diffusione di «notizie false o dannose» può comportare la prigionia per cinque anni: «Il Qatar ama pubblicizzare come sia presumibilmente più aperto dei suoi vicini, ma questa legge usa lo stesso playbook di altri stati del Golfo per mettere a tacere la libertà di espressione», ha dichiarato Michael Page, vicedirettore del Medio Oriente presso Human Rights Watch, aggiungendo che: «Il Qatar dovrebbe rimuovere le disposizioni legali che limitano la libertà di espressione, non aggiungendo disposizioni più vaghe come ‘notizie false’ che raffreddano il dibattito pubblico critico su questioni importanti». Ma la situazione non è tanto diversa in Arabia Saudita, in cui alcuni critici del governo – uomini e donne che hanno sostenuto molte libertà sociali, come la guida delle donne, sono stati arrestati la scorsa settimana. L’Arabia Saudita è al 166° posto su 180 nel World Press Freedom Index, mentre il Qatar è al 119° posto, secondo Reporter senza frontiere. La piattaforma Twitter non ha risposto alla richiesta di commento sul finanziamento dell’accordo da parte di Musk. Il principe saudita Alwaleed ha dichiarato su Twitter: «Ottimo per entrare in contatto con te mio “nuovo” amico @elonmusk Credo che sarai un leader eccellente per @Twitter spingere e massimizzare il suo grande potenziale @Kingdom_KHC e non vedo l’ora di investire i nostri ~$ 1,9 miliardi nel “nuovo” @Twitter e unirmi a voi in questo entusiasmante viaggio».


La mossa arriva dopo che il principe saudita ha respinto il piano di Musk in un tweet dello scorso mese: «Non credo che l’offerta proposta da @elonmusk ($54,20) si avvicini al valore intrinseco di @Twitter date le sue prospettive di crescita. Essendo uno dei maggiori azionisti di Twitter a lungo termine, @Kingdom_KHC e rifiuto questa offerta».

Musk rispondeva chiedendo informazioni sull’entità della partecipazione del Regno in Twitter, nonché sulle opinioni del paese sulla «libertà di parola giornalistica»: «Interessante. Solo due domande, se posso. Quanto di Twitter possiede il Regno, direttamente e indirettamente? Quali sono le opinioni del Regno sulla libertà di parola dei giornalisti?»


L’Arabia Saudita è, infatti, stata spesso presa di mira per la censura e le violazioni dei diritti umani, compreso l’omicidio del giornalista del Washington Post Jamal Khashoggi ne 2018. Anche il Qatar contribuirà all’acquisizione di Musk, grazie al suo fondo sovrano che gli elargirà 375 milioni di dollari. Nel 2020, il Paese ha emanato una legge che minaccia di imprigionare «chiunque trasmetta, pubblichi o ripubblichi voci, dichiarazioni o notizie false o tendenziose o propaganda incendiaria, in patria o all’estero, con l’intento di ledere gli interessi nazionali, fomentare l’opinione pubblica opinione, o violare il sistema sociale o il sistema pubblico dello Stato». A tal proposito, la Amnesty International l’ha definita: «Un altro duro colpo alla libertà di espressione nel Paese» e ha affermato che «è una palese violazione del diritto internazionale sui diritti umani». Musk ha però da sempre affermato di voler garantire la libertà di parola su Twitter purché non violi la legge locale, quindi come farà ora che ha coinvolto Arabia Saudita e Qatar?

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