Elon Musk ha fatto causa alla California per una legge sui social

X Corp ha avviato nei giorni scorsi una causa legale nei confronti della legge AB 587 che si occupa degli obblighi delle piattaforme per la moderazione dei contenuti

12/09/2023 di Enzo Boldi

Le cause sono come le ciliegie: una tira l’altra. E così, mentre il mondo intero è concentrato sul processo – iniziato oggi – contro Google per abuso di posizione dominante nel mercato dei motori di ricerca (con l’esito che potrebbe rivoluzionare i paradigmi del mercato digitale), ecco che Elon Musk ha deciso di scagliarsi contro la California. Il motivo? Una legge che impone alle piattaforme social di rendere pubblici i report (con cadenza annuale) relativi alle attività di moderazione dei contenuti e rimozione della disinformazione dai portali. Questa normativa è entrata in vigore all’inizio dell’anno e le società avranno tempo fino al 1° gennaio del 2024 per pubblicare i loro rapporti.

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La denuncia è stata depositata pochi giorni fa, con X Corp – l’azienda guidata da Elon Musk – che sostiene che questa legge sia limitativa della libertà di espressione del pensiero, diritto sancito dal primo emendamento.

«Oggi (il 9 settembre, ndr), X ha intentato una causa relativa al Primo Emendamento contro la California AB 587. Come chiarito sia dalla storia legislativa che dalle dichiarazioni del Procuratore Generale in tribunale pubblico in difesa della legge, il vero intento di AB 587 è quello di fare pressione sulle piattaforme di social media affinché ” eliminare” alcuni contenuti costituzionalmente tutelati e ritenuti problematici dallo Stato».

Musk contro California, la causa sulla legge AB 587

Ma cosa dice la legge contestata da Elon Musk e dalla sua azienda? Il testo si occupa, in particolare, della trasparenza che le piattaforme con oltre 100 milioni di utenti attivi (dato mensile) devono adottare in termini di comunicazione sulle implementazioni per evitare che sui rispettivi portali ci sia una moderazione adeguata dei contenuti (relativamente alla disinformazione e al linguaggio dell’odio). Nello specifico, devono esserci delle comunicazioni puntuali e approfondite su questi temi:

  • I termini di servizio della piattaforma e le sue politiche di moderazione dei contenuti.
  • I metodi e i criteri utilizzati dalla piattaforma per identificare e rimuovere contenuti dannosi.
  • Le azioni intraprese dalla piattaforma per rispondere ai reclami degli utenti sui contenuti dannosi.
  • I dati sui contenuti dannosi rimossi dalla piattaforma.

Report che Elon Musk non vuole comunicare allo Stato della California e, per questo motivo, ha deciso di fare causa per bloccare gli effetti della legge AB 587. Il capo di X, infatti, sostiene la legge costringa i social network a censurare quei contenuti che sono protetti dalla libertà di parola, come quelli relativi a opinioni politiche “controverse”. E c’è anche una questione meramente economica: secondo lui, l’adeguamento a questa normativa è troppo costoso e difficile da implementare (soprattutto in termini di sviluppo di algoritmi per individuare, etichettare e rimuovere i contenuti dannosi).

E il DSA?

Perché parliamo della causa di Elon Musk contro California? Il motivo è piuttosto semplice. In Europa, con l’entrata in vigore del Digital Service Act, è stata assegnata a ogni piattaforma social (quelle più rilevanti, con 45 milioni di utenti attivi al mese) la responsabilità per la moderazione dei contenuti. Il principio è molto simile (per non dire uguale) a quello imposto in California dalla legge AB 587. Questo fa pensare che, dopo l’abbandono del Codice di Condotta UE contro la disinformazione, l’imprenditore di origini sudafricane potrebbe decidere di intentare un’azione legale anche nei confronti dell’Europa.

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