Continua la corsa della Russia al controllo di Internet. Una settimana fa il partito di Putin, come ampiamente previsto, ha vinto le elezioni definite “le meno libere” da quando è salito al potere. Della manipolazione e dell’oppressione dell’opposizione e dei cittadini contrari alla sua dittatura ha fatto parte anche l’azione sui social: un risultato che ben rispecchia il suo potere, viste le politiche della piattaforma, è l’essere riuscito a far chiudere il canale di Navalny e del suo team su Telegram. Arriva l’ennesima multa Russia a Google e la ragione, ancora una volta, è quella di non aver ceduto alla richiesta dei russi di cancellare determinati contenuti che – nel paese – vengono bollati come vietati.
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Una cifra ridicola, se si pensa al patrimonio è ai guadagni di Google, ma a tanto ammonta la cifra che il colosso statunitense è stato chiamato a pagare. Nella giornata di oggi un tribunale di Mosca ha multato Google per un totale di 6,5 milioni di rubli pari a 89.535 dollari per non aver cancellato contenuti che la Russia considera illegali. La disputa tra l’azienda del motore di ricerca più famoso al mondo e il Cremlino va ancora avanti, quindi, e per ora Google non ha risposto alla richiesta di commento fatta da Reuters.
Intanto, oggi è stata una giornata intensa anche sul fronte Russia-Youtube. Il paese di Putin, infatti, ha minacciato di bloccare la piattaforma nell’intero paese in seguito alla decisione della piattaforma video di oscurare i canali in lingua tedesca di Tussia Today. I video dell’emittente russa avrebbero fatto disinformazione sul Covid violando, di fatti, le leggi della piattaforma. Youtube su questo fronte è molto severo ma, secondo la Russia, si tratterebbe di una dichiarazione di guerra da parte del governo tedesco, che mira a dirottare quel pubblico sui media locali.