Gli impegni della mozione presentata da Laura Boldrini e da 45 deputate votati all’unanimità: «Le donne non devono scegliere tra professione e genitorialità»
04/03/2020 di Redazione
Non è mancato un richiamo all’attualità, a quelle donne che hanno isolato il coronavirus nei laboratori dello Spallanzani prima e dell’ospedale Sacco poi, nella mozione – presentata da Laura Boldrini e da 45 deputate – che ha sottolineato la necessità di prendere impegni in favore della parità di genere e contro la violenza sulle donne. Alla Camera, il risultato è stato trasversale e ampiamente condiviso: gli impegni contenuti all’interno della mozione sono stati votati all’unanimità, nel pomeriggio di Montecitorio, nel corso della sessione di lavori presieduta dalla vicepresidente della Camera Mara Carfagna.
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Mozione sulle donne, il voto unanime della Camera
Laura Boldrini ha iniziato il discorso della mozione con un riferimento all’episodio del rogo nella fabbrica di New York in cui, nel 1908, persero la vita 129 operaie tessili (39 di queste erano italiane, immigrate dalle regioni più povere del nostro Paese). Parte proprio dall’episodio storico che si colloca all’origine della giornata internazionale delle donne l’esigenza di rileggere quanto accaduto allora in chiave moderna, in uno Stato che ha compiuto passi avanti in diversi settori e che pure non riesce a garantire il necessario impegno nelle azioni che possano promuovere la parità di genere e che possano, al contrario, contrastare episodi di violenza contro le donne.
«Avendo già approvato – ha affermato Laura Boldrini nel suo intervento alla Camera – nel novembre scorso mozioni sul tema del contrasto alla violenza di genere, in questa mozione 45 deputate dell’Intergruppo per le donne, i diritti e le pari opportunità si sono volute concentrare soprattutto sulla condizione lavorativa e sociale delle donne in Italia. Una condizione di ingiusta discriminazione contro oltre la metà della popolazione italiana, ma che colpisce e frena tutta la società. Di un’ingiustizia si tratta. Perché, sulla base di quale logica, per le donne deve essere più difficile trovare lavoro e mantenerlo quando fanno un figlio? Perché devono subire più degli uomini il ricatto del part-time involontario, devono guadagnare meno a parità di mansioni, devono faticare di più nell’accesso al credito, per avviare un’impresa commerciale o produttiva? E perché devono continuare a sbattere la testa contro quel soffitto di cristallo che le limita nella carriera e nell’affermazione professionale anche quando vediamo che eccellono nel conseguire una laurea, una specializzazione, o nel vincere i concorsi? La Costituzione non dice questo, anzi, afferma l’esatto contrario».
Il discorso di Laura Boldrini relativo alla mozione firmata da 45 deputate
L’ex presidente della Camera ha ricordato come nel nostro Paese ci sia ancora un odioso bivio che le donne devono affrontare, quello tra la professione e la genitorialità. «Ne va anche del prestigio internazionale del nostro Paese – ha ricordato Laura Boldrini – perché, come ricordiamo nella nostra mozione, il Censis ha dimostrato che le donne che lavorano in Italia sono appena il 42,1% degli occupati complessivi e che il tasso di attività femminile è del 56,2% (mentre per gli uomini è il 75,1%) e con queste percentuali siamo all’ultimo posto tra i Paesi europei. Una situazione della quale vergognarsi. Non trovo un’altra parola, che questa. Allo stesso modo chiediamo che il Governo sostenga pienamente la ratifica della Convenzione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro contro la violenza e le discriminazioni nei luoghi di lavoro, una Convenzione che mi auguro il Parlamento possa approvare con voto unanime come facemmo all’inizio della scorsa legislatura per quella d’Istanbul (sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, ndr)».