La vignetta di Vauro sulla storia del figlio di Salvini sulla moto d’acqua della Polizia

A volte bastano poche parole e un disegno realizzato al volo per rappresentare la realtà attraverso quel dolce sottofondo chiamato satira. E Vauro Senesi si è superato anche questa volta, disegnando per Left un piccolo sketch che riassume in pieno la vicenda diventata virale nel tardo pomeriggio di martedì 30 luglio: la storia del figlio di Matteo Salvini fatto salire a bordo di una moto d’acqua della Polizia di Stato per farsi un giro (insieme a un agente alla guida del mezzo) a breve distanza dal bagnasciuga di Milano Marittima.

Una questione che ha scatenato un putiferio politico con l’attacco del Partito Democratico, l’avvio di accertamenti da parte della Questura di Ravenna e il mea culpa dello stesso Matteo Salvini che ha dichiarato di assumersi tutte le responsabilità di quanto accaduto, spiegando di aver agito da papà. Il capo del Viminale ha provato a scagionare i poliziotti, ma per loro potrebbe arrivare almeno una reprimenda per uso improprio dei mezzi dell’amministrazione. La sintesi di tutto questo, però, è stata offerta da Vauro in una delle sue vignette.

 

La vignetta di Vauro sul caso Salvini

Una sintesi estrema della storia della moto d’acqua della Polizia di Stato, del figlio di Matteo Salvini, della storia politica del ministro dell’Interno e degli slogan a ritornello della Lega (e dei suoi rappresentati, con il segretario in primis) nei vari comizi elettorali, nei post-spot sui social e nelle pappardelle ripetute durante le interviste a radio, televisioni, siti web e quotidiani.

Stop alla moto d’acqua: «È finita la pacchia. Porti chiusi!»

«È finita la pacchia. Porti chiusi!». Con queste parole, secondo la ricostruzione satirica di Vauro, Matteo Salvini ha riaccolto il figlio di ritorno dal viaggetto a bordo della moto d’acqua della Polizia di Stato. Ironia basata su fatti veri e che fa molto sorridere. Nonostante lo ‘sbarco’ vietato al figlio che, giustamente, si chiede: «Ma papà».

(foto di copertina: da profilo Twitter di Vauro Senesi)

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