Di Maio sul Mose: «Un’opera vecchia, ma che va completata»

14/11/2019 di Enzo Boldi

Le polemiche dopo le tragedie e il capire che, forse, tutto quel che poteva esser fatto per evitare catastrofi non sia stato fatto. Questa è l’Italia, il Paese del giorno dopo in cui parte quotidianamente la rincorsa al telavevodettismo dopo che accade questo o quel fatto di cronaca. L’ultimo caso è, ovviamente, quello dell’acqua alta a Venezia che ha provocato danni ingenti alla città, ai cittadini e ai monumenti che caratterizzano la Laguna. E nel mirino, dopo anni di silenzio, torna a esserci il Mose che doveva difendere tutto e tutti da quel fenomeno che rende tanto bella, quanto potenzialmente pericolosa, Venezia.

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In molti, dunque, sono tornati a parlare di quell’opera che, secondo il progetto originale datato 2003 (secondo governo Berlusconi) avrebbe dovuto evitare situazioni critiche come quelle che si sono verificate nella notte tra martedì e giovedì. Quel Mose mai completato e continuamente bloccato da vari processi per corruzione. Soldi, sei miliardi, gettati letteralmente in acqua. Ora si tenta un’accelerazione in extremis, ma sempre dopo che il fatto è accaduto.

Il Mose secondo Di Maio

Ed è così che mentre Giuseppe Conte e il ministro alle Infrastrutture De Micheli annunciano una data di scadenza più vicina per il completamento del Mose, ecco che Luigi Di Maio segue a ruota le dichiarazioni dei colleghi di governo, ovviamente accusando chi c’era prima. «Promuovi opere pubbliche come il Mose, nate già vecchie e infarcite di tangenti e corruzione? Questo è l’effetto – ha scritto il capo politico M5S su Facebook -. Un’opera fermata dalla magistratura per indagini su indagini e che ora, benché non sia la migliore soluzione possibile, va terminata al più presto per proteggere Venezia subito».

Colpa dei governi precedenti

Una soluzione inevitabile che, però, torna in auge solamente dopo le criticità degli ultimi giorni (e forse anche dei prossimi, vedendo le previsioni meteorologiche). «Se Venezia non ha, nel 2019 – conclude Luigi Di Maio – nemmeno un minimo di protezione, la responsabilità è di quella classe politica che si è permessa di lucrare e speculare. Questa è la verità e la dobbiamo dire. Le scelte del passato ritornano, i nodi vengono al pettine prima o poi».

(foto di copertina: ANSA/ANGELO CARCONI)

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