È morto Karl Lagerfeld
19/02/2019 di Gaia Mellone
Si è spento a Parigi all’età di 85 anni il celebre stilista Karl Lagerfeld, una delle firme più conosciute e creative del mondo della moda. A darne notizia è la versione francese di Vanity Fair, con un post su Twitter. La sua assenza durante le sfilate della haute Couture di Chanel a Parigi lo scorso 22 gennaio aveva scatenato diversi pettegolezzi, ma la risposta ufficiale era stata che «Karl Lagerfeld è stanco».
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— Vanity Fair France (@VanityFairFR) February 19, 2019
Considerata una delle menti più influenti del mondo della moda, il “Kaiser della moda” ha legato indissolubilmente il suo nome alle case di moda Chanel, di cui è stato direttore creativo per 35 anni, e dell’italiana Fendi, dove per 53 anni è stato direttore creativo insieme a Silvia Venturini Fendi.
Autodidatta, vinse il premio International Wool Secretariat, oggi rinominato International Woolmark Prize, per una sua creazione nella categoria Capispalla: era lo schizzo di un lungo soprabito con il collo alto e un oblò posteriore dalla forma che ricordava quella di una lancia. Allo stesso conosco partecipò anche un altro gigante della moda, Yves Saint Laurent appena 17enne. I due si conobbero in quell’occasione e rimasero amici per moltissimi anni, fino al 1975 quando ci fu il famoso litigio, pare intorno alla figura di Jacques de Bascher.
Lagerfeld esordì come come junior assistant dalla Maison Pierre Balmain, ma se ne andò dopo soli 3 anni perché, disse, «non ero nato per fare l’apprendista», e aveva ragione. Divenne allora direttore artistico di Jean Patou, scandalizzando le giornaliste di moda per aver portato sulle passerelle spacchi e scollature troppo profonde. Dal 1961 in poi, Karl Lagerfeld ha collaborato con moltissime case di moda, da la Maison Chloé e Balmain, fino alle catene come Wolford, Hogan, Melissa, Macy’s, Vans, Vilebrequin, Christofle, Puma e H&M, che nel 2004 lanciò una Limited Edition in collaborazione con il Kaiser Karl andata sold out in tutto il mondo nel giro di soli due giorni. Karl aveva spaziato come nessuno prima di lui. Aveva firmato delle automobili per BMW, curava il design di interni per alcuni hotel a Macao, aveva persino ideato animali di peluche per Steiff e Tokidoki , cassaforti per Dottling e pianoforti per Steinway.
Icona di stile, con i capelli lunghi bianchi raccolti nel codino e gli occhiali scuri, il suo gusto creativo e il suo senso rivoluzionario, disegnava qualsiasi cosa: abiti, borse, accessori, scarpe, contagiando il mondo della moda con il suo stile unico. Intorno a lui si era creato un vero e proprio club di artisti. Lo adoravano tutti: dal mondo mondo dell’architettura e del design, come Zaia Hadid, fino a quello di Hollywood, dove tutte le star sognavano di esser da lui vestite per calcare i red carpet più celebri. Anche il mondo della musica lo bramava: ha collaborato con Pharrel Williams, curato i costumi per produzione del Teatro alla Scala e del Burgtheater di Vienna, e aveva vestito per i loro tour mondiali anche Madonna e Kylie Minogue.
Il suo nome però si lega indissolubilmente alle maison Fendi e Chanel. Karl lavorava instancabilmente per entrambe, affiancandole alla propria etichetta fondata nel 1980, dove si sentiva libero di poter sfogare il suo estro senza alcuna restrizione.
Il lascito di Karl Lagerfeld è eterogeneo come pochi. Oltre a migliaia di schizzi e bozzetti, dove mixava carboncini e ombretti Shu Uemura, Karl lascia un’eredità fatta da fotografie, libri, documentari,,persino una dieta. Un lascito però che non è misurabile: il mondo della moda oggi ha perso una delle sue firme più celebri. E il mondo dell’arte, uno dei suoi simboli.
(Credit Image: © Starmax/Newscom via ZUMA Press)