ll cittadino di Capannori che è morto per le conseguenze del coronavirus circa 7 mesi dopo il ricovero

Una lotta che durava da marzo

25/09/2020 di Redazione

Che il coronavirus sia una malattia estenuante lo si era capito già dalla vicenda che ha colpito il paziente 1 di Codogno, Mattia Maestri. Dopo che la malattia era stata diagnosticata il 21 febbraio, la sua guarigione è avvenuta, con molta fatica, diversi mesi dopo. Lui è riuscito a venir fuori dal reparto di terapia intensiva, ma oggi si dà conto di una vicenda analoga alla sua e che, purtroppo, non ha avuto lo stesso esito. Un cittadino di Capannori, Marco Bonini, è morto dopo 7 mesi di cure e di tentativi vari rispetto alla prima diagnosi di coronavirus.

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Morto dopo 7 mesi il paziente affetto da coronavirus a Capannori

La notizia è stata diffusa attraverso i canali social dal sindaco di Capannori, Luca Menesini, che ha voluto comunicare in prima persona con i suoi concittadini, visto anche il valore affettivo che si era venuto a creare tra la comunità e i familiari della vittima del coronavirus: «Essendo stato il primo contagio, ho dialogato spesso con la famiglia in questi mesi, che ovviamente aveva bisogno di non sentirsi sola – ha scritto il sindaco -. Alla famiglia di Marco va il mio abbraccio e quello dell’intera comunità di Capannori. Un abbraccio che estendo a tutte le persone che hanno perso un familiare o un affetto a causa di questa emergenza sanitaria. Che sia stato per Covid o per altro».

Marco Bonini è stato testato positivo al coronavirus lo scorso 1° marzo. Quattro giorni dopo è stato ricoverato in ospedale, nel reparto di malattie infettive. Da quel momento in poi, purtroppo, la malattia non ha lasciato scampo. Prima il Covid-19 (da cui si era negativizzato a fine aprile) e poi le sue conseguenze hanno portato via un uomo che, per lavoro, si era recato spesso nelle aree dei primi focolai di coronavirus in Italia. La storia, come ricorda il primo cittadino di Capannori, può rappresentare un esempio paradigmatico della lotta al virus, che ci fa capire la forza e la persistenza di una malattia che ancora non conosciamo bene e che può persistere anche oltre la negativizzazione.

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