Coronavirus, quasi un milione di morti nel mondo: «Se non facciamo tutto il possibile raddoppieranno»

Secondo i conteggi siamo vicino a un milione di morti a causa del Covid

27/09/2020 di Ilaria Roncone

Nel mondo siamo quasi vicino al numero a a sei zeri: un milione di morti per coronavirus. Secondo i conteggi aggiornati ogni minuto dalla Johns Hopkins University e basati sui dati che arrivano da tutto il mondo, siamo di parecchio sopra i 990 mila morti. I casi ufficialmente diagnosticati dall’inizio della pandemia sono 32,7 milioni e – di questi –  22,3 milioni sono attualmente da considerarsi guariti. In cima alla lista dei paesi più colpiti rimangono gli Stati Uniti sia in termini di decessi che di casi (il paese governato da Donald Trump è a quota 204 mila morti coronavirus. Al secondo posto troviamo il Brasile con 140 mila morti e al terzo l’India con 93 mila decessi.

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Serve un’«alleanza globale per i vaccini»

Constatati i numeri e il rischio che queste vittime possano raddoppiare, le più grandi potenze dell’Onu invocano un’alleanza sul fronte globale per i vaccini. In particolare l’India – il paese che è più grande produttore di vaccini nel mondo – utilizzerà tutte le risorse che ha per il farmaco anti-Covid «per tutta l’umanità», ha promesso l’Organizzazione delle Nazioni Unite. Alle grandi potenze hanno chiesto solidarietà sia l’America Latina che l’Australia, soprattutto per quanto riguarda l’accesso libero a futuri vaccini. Intanto Stati Uniti, Europa e Giappone hanno riservato già più della metà delle dosi previste inizialmente.

L’Oms pronostica due milioni di morti coronavirus

Le vittime potrebbero raddoppiare e arrivare a due milioni «se non facciamo tutto il possibile»: questo il messaggio lanciato chiaro e forte dall’Organizzazione mondiale della sanità. Intanto a Londra e in Israele migliaia scendono in piazza per sfidare le restrizioni. In Tunisia il turismo sta crollando, registrando un calo del 60% delle entrate nel settore in questi primi mesi del 2020; sono moltissimi, qui, gli hotel chiusi durante la crisi sanitaria che non hanno potuto riaprire. La Cina, intanto, ha registrato 14 casi provenienti dall’estero e continua la sequenza di giorni a contagi locali zero (ormai arrivati a 42).

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