I no-vax riescono a speculare anche sulla morte di De Donno definendola «un mistero come Ustica»
Avviò una sperimentazione molto seguita all'inizio della pandemia con il plasma iperimmune: su questo si basano diversi tweet che si stanno pericolosamente diffondendo
28/07/2021 di Gianmichele Laino
Chi evoca rispetto per la vicenda della morte di De Donno ha ragione. Non si può speculare su un atto tragico, non si può fare ironia (come purtroppo sta accadendo anche tra coloro che, ad esempio, si sono basati sulle posizioni ufficiali della comunità scientifica per valutare le sue sperimentazioni sul plasma iperimmune contro il coronavirus), ma non si deve nemmeno fare del complottismo come, invece, alcuni convinti oppositori della campagna di vaccinazione (e, conseguentemente, del green pass) stanno facendo sui social network. Questo è diffondere bufale, fare disinformazione, alimentare una tensione sociale totalmente ingiustificata intorno alla vicenda personale di un individuo che si è tolto la vita.
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Morte di De Donno e i no-vax che parlano di complotto e non di suicidio
Facciamo un piccolo passo indietro per contestualizzare la vicenda. Il professor Giuseppe De Donno, ex primario di Pneumologia dell’ospedale Carlo Poma di Mantova, aveva portato avanti una cura sperimentale contro il Covid-19, basata sul plasma iperimmune. Una terapia che è stata utilizzata anche in passato contro altre malattie e che veniva presentata come miracolosa rispetto alla pandemia nei mesi primaverili del 2020. In realtà, studi approfonditi successivamente dalla comunità scientifica hanno dimostrato come questa cura non fosse particolarmente risolutiva e che, anzi, un recente studio condotto in collaborazione tra ISS e Aifa ha certificato che «non è stata osservata una differenza statisticamente significativa nell’end-point primario tra il gruppo trattato con plasma e quello trattato con terapia standard». Giuseppe De Donno, recentemente, era tornato alla medicina di base e – per questo motivo – era stato spesso anche dileggiato sui media.
Nella serata di ieri, è arrivata la notizia relativa alla sua morte per suicidio. Sulle dinamiche del decesso stanno indagando i carabinieri e la procura di Mantova sta coordinando le indagini, come avviene per prassi in questi casi. Sui social network, tuttavia, alcuni sembrano aver emesso già la propria sentenza. «Trovato morto suicida De Donno , mise a punto la cura al plasma (gratuita perciò mai messa in primo piano) nella prima fase della pagliacciata Covid-19 . Suicida? Siamo sicuri? Questa storia è inquietante e surreale» – scrive un utente su Twitter. Un altro, con diverse reazioni al proprio tweet, sostiene: «La morte di De Donno diventerà un mistero come Ustica e Italicus. La musica è sempre la stessa». C’è chi arriva a paragonare il decesso a presunti sospetti di deviazioni sulla strage di Capaci o sulla vicenda dell’addetto stampa di MPS David Rossi. Voci che si accavallano sui social, che diventano virali in determinati gruppi in cui si fanno dietrologie e complotti, che si diffondono nelle chat di Telegram dove, principalmente, viaggia la disinformazione sul coronavirus e sugli effetti delle vaccinazioni. Davvero non ce lo possiamo permettere. Davvero bisognerebbe avere rispetto per una tragedia umana e familiare. Senza speculare.