I giornali vogliono la «tregua di Natale», ma perché non fanno vedere il report sulla mortalità giornaliera?

Lo studio del ministero della salute compara i dati degli ultimi 5 anni, evidente l'aumento con il coronavirus

20/11/2020 di Gianmichele Laino

Dappertutto – giornali, televisioni, palazzi delle istituzioni – si parla di «tregua di Natale», ovvero la proiezione ottimistica di alcuni timidi segnali che, in questi giorni, arrivano dalla curva dei contagi di coronavirus. Mentre il tasso percentuale di positività sul numero di tamponi processati sembra calare (ma il numero assoluto dei contagi resta comunque molto alto), c’è già chi accenna a una timida esultanza per il funzionamento delle misure restrittive e invoca una tregua – a suo dire salutare per l’economia – in vista del Natale, per permettere a tutti di «fare i regali». Evidentemente, però, nessuno gli ha mostrato lo studio sulla mortalità giornaliera che arriva direttamente dal ministero della Salute e che è stato aggiornato con i dati degli ultimi mesi.

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Mortalità giornaliera in forte ascesa nel periodo tra ottobre e novembre

L’aggiornamento del report risale al 3 novembre, quindi addirittura a un tempo precedente rispetto al significativo aumento quotidiano dei morti da coronavirus delle ultime due settimane. Si prende in considerazione l’andamento della mortalità in 32 comuni italiani e l’analisi è comparata rispetto agli stessi periodi degli ultimi cinque anni.

mortalità giornaliera

Il grafico più eloquente del report è sicuramente questo. La linea nera è quello della mortalità attesa, mentre quella rossa rappresenta il trend negli anni. Le bande, inoltre, evidenziano anche la responsabilità dell’epidemia influenzale che si è verificata ciclicamente negli anni 2015, 2016, 2017, 2018, 2019 e 2020. Proprio in corrispondenza del 2020, la linea rossa della mortalità si discosta violentemente e per ben tre volte dalla baseline sulla mortalità. Tra questi scostamenti, ci sono chiaramente le due ondate di coronavirus (e sulla seconda il dato è destinato ad aumentare nel prossimo report): non si può ignorare che, indipendentemente dalle altre cause di morte che si sono verificate negli ultimi cinque anni, il valore è salito fortemente nel 2020.

Le conclusioni del report sulla mortalità giornaliera

«Per la settimana dal 28 ottobre al 3 novembre – si legge nel report – si conferma il trend in crescita della mortalità osservato a partire da metà ottobre in diverse città del nord (Torino, Genova, Milano) e del centro sud (Roma, Bari, Palermo). A partire da fine ottobre si inizia ad osservare un aumento della mortalità anche a Bologna, Firenze, Perugia, Cagliari e Catania».

Il numero dei morti quotidiani nei report del ministero della Salute sul coronavirus stanno offrendo un quadro terribile della pandemia in Italia. Lo studio sulla mortalità attesa e quella effettiva, inoltre, basta da solo a smentire tutto quello che era stato detto negli ultimi giorni – l’intervento più recente è quello di Bassetti – sul fatto che i decessi per infarto sono classificati come decessi da coronavirus se i pazienti erano positivi. È questo il vero dato significativo di questa emergenza. Altro che cenone di Natale.

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