La petizione contro il dolce «Moretto» accusato di aver un nome razzista

14/09/2017 di Redazione

Il dolce «moretto», particolari cioccolatini piuttosto famosi in Svizzera e anche nell’Italia settentrionale, è accusato di esser razzista.

LA PETIZIONE CONTRO IL MORETTO DOLCE RAZZISTA

Una petizione lanciata su Change.org evidenzia come i cioccolatini con dentro una morbida e assai gustosa schiuma alla crema abbian un nome discriminitario nei confronti delle persone di colore. Il nome originario del dolce prodotto dall’azienda svizzera Dubler è Mohrenkopf, che in italiano si può tradurre come testa di nero. In italiano si è preferito tradurlo in moretto, mentre in francese è  tête de negre. 

 

Moretto
La petizione che chiede i baci alla schiuma non siano razzisti

La petizione, lanciata su Change.org dal comitato contro i dolci razzisti, chiede all’azienda che li produce, Dubler AG, di modificare il nome del cioccolatino da moretto in bacio di cioccolato,  Schokokuss, come già avvenuto in Germania. In precendenza i consumatori tedeschi compravano i Negerkuss, il bacio dei neri. Il dibattito sui ciccolatini razzisti, come racconta Ticinonline, è stato ospitato anche sul prestigioso Neue Zürcher Zeitung, il più importante quotidiano di qualità in Svizzera.

A sostenere la tesi sulle pagine della NZZ Franziska Schutzbach, ricercatrice presso l’Università di Basilea che ha lanciato la campagna stando alla quale «è fondamentale decolonizzare la nostra lingua per evitare un futuro di nuovi drammi legati alla migrazione». Stando a Dubler, che si difende con l’arma del dubbio, per il nome del loro cioccolatino «ci sono diverse possibili interpretazioni». Meno concilianti i toni del proprietario dell’azienda Robert Dubler che si dice «rattristato, perché ci sono ben altri problemi al mondo».«Mohrenkopf non ha un significato negativo», continua Dubler, «quello che determina il significato della parola è il contesto, per noi è sempre stato qualcosa di positivo associato alla dolcezza e al suo colore. Forse tête de negre è un pochino più razzista, in effetti».

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