Il Ministro della Salute Grillo: «Sì al vaccino obbligatorio per il morbillo, no all’esavalente»
25/09/2018 di Enzo Boldi
Sì all’obbligo vaccinale per il morbillo, ma non per l’esavalente. Il ministro della Salute Giulia Grillo è tornata a parlare del tema delle immunizzazioni obbligatorie che ha diviso il Parlamento – e il Paese – tra favorevole e contrari, spiegando, ancora una volta, la posizione del Movimento 5 Stelle sul tema. Lo ha fatto nel corso della trasmissione di La7 L’Aria che Tira, spiegando che non si è contrari all’obbligo sui vaccini per principio, ma solo per patologie per cui è sufficiente una raccomandazione.
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«Noi non siamo contro i vaccini ma per utilizzare lo strumento dell’obbligo in maniera intelligente – spiega Giulia Grillo -, obbligando i cittadini laddove è necessario, sicuramente per il morbillo, il vero problema del nostro Paese». E il campo delle malattie per cui è opportuno fissare dei paletti coercitivi, sembra essere molto ristretto: «C’è una differenza tra il morbillo e le altre patologie, per cui è sufficiente la raccomandazione, come fanno altri Paesi, ad esempio per l’esavalente».
Morbillo sì, esavalente no
Secondo il Ministro della Salute – in linea con la fazione no vax all’interno del Movimento 5 Stelle – non ci può essere l’obbligo vaccinale per il tetano, la difterite, l’epatite b, la pertosse, la poliomelite e l’haemophilus influenzae di tipo B, le sei patologie che rientrano sotto il vaccino denominato «esavalente».
Giulia Grillo tra morbillo, maternità e uscita dal Governo
Sempre nel corso dell’intervista su La7, il ministro della Salute ha poi voluto rispondere alle voci che raccontano di una sua uscita dal governo – a causa del suo stato di gravidanza – per una questione di opportunità (della maggioranza): «Era una classica fake news, qualche nemico me lo sono fatto in questi mesi – ha commentato Giulia Grillo -. Anche le gestanti se li fanno. Confermo che rimarrò al mio posto dopo la maternità. Non tutte le donne possono farlo ed è un privilegio. La donna deve poter essere messa nelle condizioni di poter stare accanto al proprio figlio»
(foto di copertina: ANSA/ALESSANDRO DI MEO)