Ci sono tre Paesi che stanno testando (tra loro) i pagamenti internazionali con le proprie monete digitali

Svezia, Norvegia e Israele hanno annunciato l'inizio della sperimentazione di questo sistema per abbassare i costi delle transizioni e ridurre i tempi. Il tutto in attesa del piano UE per l'euro digitale

28/09/2022 di Enzo Boldi

In attesa che la Banca Centrale Europea, come annunciato oltre un anno fa, completi gli studi di fattibilità sull’euro digitale, altri Paesi (che non hanno una valuta unica internazionale) hanno iniziato a compiere i primi passi per arrivare alla meta finale: utilizzare la moneta digitale (quella “coniata” dalle singole banche centrali) per snellire le procedure sui pagamenti transfrontalieri e le commesse da versare – al culmine di accordi – all’estero. Questa mattina l’annuncio ufficiale è arrivato dalla Svezia che, in collaborazione con Israele e Norvegia hanno avviato la fase di test per verificare, concretamente, le funzionalità di questa innovazione.

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Il progetto, che rappresenta la fase di sperimentazione per comprendere i pro e i contro, inizierà nei prossimi giorni e i risultati saranno valutati entro la fine del 2022 (all’inizio del nuovo anno è prevista la pubblicazione del resoconto per stabilire la validità o meno di questa innovazione). Lo ha confermato la stessa Banca centrale svedese: «Il progetto Icebreaker è una collaborazione tra Sveriges Riksbank, Bank of Israel, Norges Bank e BIS Innovation Hub Nordic Center per sviluppare un “hub” a cui le banche centrali partecipanti collegheranno i loro sistemi nazionali per la moneta digitale della banca centrale, sviluppati in ambienti di test. L’obiettivo è testare alcune funzioni chiave specifiche e la fattibilità tecnica del collegamento dei diversi sistemi monetari delle banche centrali digitali dei paesi». Questo test sarà utile anche alla Banca Centrale Europea che da tempo si è ripromessa di valutare la creazione di un euro digitale.

No, non è il Bitcoin

In molti, come già spiegammo in passato in un nostro approfondimento sull’idea dell’euro digitale, pensano che questo tipo di moneta (non tangibile fisicamente) sia simile a bitcoin e similari. In realtà le differenze sono molte, a partire dall’ancoraggio al prezzo della valuta stessa. Perché le criptovalute vedono il proprio valore estrinseco modificato di secondo in secondo, in base al mercato fluttuante. Le monete digitali, invece, hanno dei valori più definiti (e che non subiscono scossoni verso il basso o verso l’alto), essendo legate al mondo “reale” e alle varie realtà delle Banche centrali di riferimento.

Moneta digitale per pagamenti internazionali, il test in Svezia

Questa premessa è doverosa per capire al meglio come l’iniziativa della Svezia – che ha già lanciato il suo progetto pilota basato sulla sua valuta (la Corona) chiamato e-krona. E l’abbattimento dei confini con la sperimentazione di pagamenti transfrontalieri e internazionali con Israele e Norvegia, come spiegato dalla stessa Sverige Riksbank, darà chiare indicazioni sugli eventuali vantaggi e gli eventuali svantaggi di queste operazioni. Sicuramente, utilizzando il mezzo “elettronico” e tecnologico saranno snellite le procedure burocratiche. E questo è un aspetto da non sottovalutare. Ma l’attenzione, ovviamente, dovrà essere puntata sui sistemi di sicurezza. Perché la rete, essendo un eco-sistema complesso e variabile, ancora non è un posto in cui si può agire in completa sicurezza. Una regolamentazione univoca – al di là delle iniziative che stanno intraprendendo i singoli Paesi -, potrebbe fornire la cornice all’interno della quale le Banche centrali potranno muoversi. Con annessi standard di sicurezza.

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