«Qui abita un ebreo»: la scritta antisemita sulla porta del figlio di una deportata a Mondovì

Una scritta antisemita è apparsa sulla porta dell’abitazione a Mondovì del figlio di Lidia Beccaria Rolfi, staffetta partigiana deportata a Ravensbruck e deceduta nel 1996 che aveva vissuto nella via a lei poi dedicata fino alla sua morte. Aldo Rolfi l’aveva ricordata pochi giorni prima sul giornale locale.

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«Juden Hier», “Qui abita un ebreo” con la stella di David. È la scritta antisemita apparsa sulla porta della casa di Aldo Rolfi, figlio di una deportata politica che venne internata a Ravensbruck che non era nemmeno di origine ebraica. Un gesto che veniva utilizzato dai nazisti per individuare le case dove vivevano gli ebrei. Un episodio raccapricciante e preoccupante che ha scosso il paese in provincia di Cuneo. Aldo Rolfi aveva ricordato la madre sul giornale locale in vista dell’avvicinarsi della Giornata della Memoria. La donna nel ‘78 aveva scritto «Le donne di Ravensbruck», primo libro in italiano che affrontava il tema della deportazione femminile nei campi di concentramento nazisti. Aveva scritto anche «Il futuro spezzato», uscito dopo la sua morte con una prefazione di Primo Levi, in cui trattava il tema dell’infanzia sotto la dittatura. A condannare quanto accaduto è stato anche lo storico Bruno Maida, autore con Lidia Rolfi di diversi libri sulla deportazione. «Al di là della patente ignoranza – Lidia è stata una deportata politica – è uno dei molti segnali che ci dovrebbero fare alzare la voce per ricordare a tutti che essere antifascisti è il primo dovere della memoria che abbiamo» ha dichiarato Maida.

Sull’accaduto indagano i carabinieri e la Digos di Cuneo, dopo che Aldo Rolfi ha sporto denuncia contro ignoti.

(Credits immagine di copertina: Facebook L’Unione Monregalese)

 

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