Le minorenni inglesi violentate a Pisticci: «Ci hanno chiesto quanti anni avessimo»

Un dettaglio che non è sfuggito ai magistrati che stanno indagando

13/09/2020 di Gianmichele Laino

Al momento, gli arrestati sono quattro. Mentre almeno altre tre persone sarebbero indagate a piede libero. Lo stupro delle minorenni Pisticci, provenienti dalla Gran Bretagna con una di loro che aveva legami di parentela proprio nel centro del Materano, si arricchisce di nuovi dettagli, dopo il racconto delle due quindicenni ai magistrati che, nel frattempo, hanno chiesto e ottenuto gli arresti per Alberto Lopatriello, Alessandro Zuccaro, Giuseppe Gargano e Michele Masiello. 

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Stupro minorenni Pisticci, le dichiarazioni delle quindicenni

Sono dettagli importanti perché contribuiscono a ricostruire il clima all’interno del quale si è consumata la violenza. E che mostrerebbe anche una sorta di assuefazione a determinati comportamenti da parte degli indagati. Innanzitutto, le ragazze hanno dichiarato che i fatti sono iniziati dopo che era stato offerto loro del Gin Lemon. Da questo punto di vista, resta soltanto una ipotesi il fatto che all’interno del drink ci fosse della droga. Gli inquirenti stanno lavorando anche in questo senso per capire se, tra i tanti gravi elementi della vicenda, sia presente anche questo.

Ma ciò su cui si stanno concentrando le indagini, al momento, è la consapevolezza del reato che le persone che hanno partecipato allo stupro (più di quattro, ma meno di dieci secondo le testimonianze delle giovani) avrebbero avuto durante quella festa di compleanno in villa tra il 6 e il 7 settembre. In modo particolare, le ragazze – accompagnate da Giuseppe Rago, l’avvocato di una delle due vittime, da interpreti e assistenti sociali – hanno dichiarato che, prima dello stupro, si erano scambiati gli account Instagram con alcuni degli indagati e avevano comunicato la loro età. 

Minorenni Pisticci e i ragazzi della violenza: quali elementi sono al vaglio degli inquirenti

Dunque, i ragazzi – uno di questi parla ora di un rapporto sessuale consenziente – conoscevano l’età delle vittime e sapevano che si stavano confrontando con delle minorenni. Un elemento che aggraverebbe ancor di più la loro posizione. I magistrati stanno valutando anche il fatto che la violenza sia stata commessa in un punto cieco delle telecamere di video sorveglianza. Anche su questo si indaga: i ragazzi che hanno partecipato alla violenza di gruppo sapevano di non essere ripresi dalle telecamere o si erano semplicemente allontanati per non essere visti dagli altri partecipanti (almeno 40) alla festa di compleanno?

Un altro aspetto che va chiarito, insieme alla dichiarazione di una delle due vittime: quest’ultima si sarebbe accorta di un cellulare di uno dei ragazzi, impostato sulla registrazione di un video. Sembra l’elemento più facilmente raggiungibile, se confermato, e allo stesso tempo più importante: le forze dell’ordine hanno sequestrato i dispositivi dei ragazzi arrestati, la perizia scoprirà se quel video si trova effettivamente all’interno di uno dei cellulari.

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