Il ministero della Salute ha provato a monitorare sin da subito lo sviluppo della telemedicina

Il primo atto risaliva al 2012, ma successivamente le norme sono state adeguate allo sviluppo tecnologico

19/01/2023 di Redazione Giornalettismo

Linee guida che vanno di pari passo con lo sviluppo tecnologico. O che almeno ci provano. Il ministero della Salute, qualche anno dopo il primo interesse della Commissione Europea sul tema della telemedicina, ha iniziato ad adeguarsi a questa nuova prassi che, vista l’evoluzione digitale, stava affermandosi con sempre maggiore insistenza, rispondendo anche a delle precise necessità dettate dal cambiamento delle abitudini di vita dei pazienti. Il primo atto normativo di interesse con cui il dicastero che si preoccupa dello stato della sanità in Italia risale al 2012. A quell’altezza cronologica, il Consiglio superiore della Sanità aveva tracciato i confini di quella che era considerata a tutti gli effetti una nuova pratica medica.

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Ministero della Salute e telemedicina, come si è sviluppato il quadro normativo con l’evoluzione tecnologica

La telemedicina è stato una pratica da integrare all’interno del processo clinico, ma era una disciplina da costruire dalle fondamenta: individuare un linguaggio comune, che potesse essere facilmente comunicabile tra medico e paziente è stato senz’altro un aspetto da prendere in considerazione agli albori del suo utilizzo. Bisognava poi, e questo è stato uno dei primi compiti del Consiglio Superiore della Sanità nel 2012, definire quella che poteva essere individuata come spesa sostenibile per quanto riguarda un servizio che, essendo tra l’altro in capo al servizio sanitario nazionale, doveva essere accessibile a tutti.

Nel 2014, la conferenza stato-regioni si è preoccupata di garantire uno sviluppo coordinato, armonico e coerente della telemedicina nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale. Il tutto fino al 2020, che è stato – per molti aspetti – il vero anno della svolta per la telemedicina. Il Covid-19, la necessità di una cura in presenza del criterio del distanziamento sociale, il contingentamento degli accessi presso le strutture sanitarie hanno fatto in modo da rendere indispensabile il ricorso a pratiche come la telediagnosi o la televisita. Ma anche l’inserimento dei dati in piattaforma o le prassi comuni all’interno delle varie professioni sanitarie necessitava di un’azione uniformante. Impossibile procedere, in una situazione emergenziale come quella di una pandemia, senza una traccia univoca. La conseguenza è stata quella di avere a disposizione un sistema che, una volta superata l’emergenza Covid, potesse essere anche al passo con i tempi.

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