La proposta Usa di una minimum tax globale al 15% piace all’Italia
Franco, proposta Usa passo importante. Eurogruppo torna dal vivo
22/05/2021 di Redazione
La proposta americana di fissare «almeno al 15% la minimum tax sui profitti delle multinazionali sarebbe un buon compromesso». Lo ha detto il ministro francese delle Finanze, Bruno Le Maire, al suo arrivo all’Eurogruppo informale a Lisbona. «La questione chiave non è la cifra ma avere un accordo politico il prima possibile, vale a dire durante la riunione del G20 a Venezia in Italia all’inizio di luglio», ha precisato Le Maire, insistendo sull’importanza di raggiungere sempre in quel frangente un compromesso anche sul pilastro della tassazione digitale. «La Francia non si risparmierà per raggiungere un accordo all’inizio di luglio, ci stiamo lavorando da 4 anni», ha ribadito.
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«Sembra proprio che avremo un accordo in estate» sulla minimum tax per le multinazionali e la web tax. Lo ha detto il ministro tedesco delle Finanze, Olaf Scholz, al suo arrivo all’Eurogruppo informale a Lisbona, riferendo che la proposta di un’aliquota minima del 15% per le società avanzata dagli Usa è davvero un grande progresso. «L’accordo è la via migliore per una riforma della tassazione a livello globale e per contrastare la corsa fiscale al ribasso delle grandi piattaforme digitali», ha aggiunto.
«Accolgo con favore la proposta avanzata dal Tesoro degli Stati Uniti per introdurre una minimum tax globale di almeno il 15%. Questo è un altro passo importante verso un accordo sulla nuova architettura fiscale internazionale». Lo ha detto il ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, dopo l’apertura della segretario al Tesoro Usa Janet Yellen alla discussione sull’introduzione di un’aliquota fiscale minima a livello internazionale.
Come funziona la minimum tax globale? Si tratta dell’applicazione di un nuovo regime internazionale di tassazione dei profitti ad hoc per circa 100 colossi di rilievo globale: da Amazon a Microsoft fino a Google e Facebook. Il piano statunitense prevede l’introduzione di una tassa che colpisca i profitti realizzati anche al di fuori dei confini nazionali. Nelle prime ipotesi circolate si dovrebbe prendere in considerazione la redditività effettiva di un’azienda. L’aliquota dovrebbe salire dal 12,5% proposto inizialmente dall’Ocse al 15%, combinando la tassazione ‘locale’ a quella della ‘madrepatria’.
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