La Lombardia valuta un mini-lockdown a Milano

Attilio Fontana spiega che ci sono alcune idee per misure restrittive. E c'è anche una mail dei vertici della Regione

12/10/2020 di Enzo Boldi

L’obiettivo è non richiudere tutto. Per questo motivo le riflessioni dopo l’aumento dei contagi in buona parte d’Italia si sposta anche all’interno delle Regioni. Gli ultimi dati vedono la Lombardia di nuovo al vertice della poco edificante graduatoria dei nuovi casi di Coronavirus nel nostro Paese. Per questo motivo si sta ragionando in queste ore su alcune misure restrittive da intraprendere a partire dai prossimi giorni. E mentre Attilio Fontana spiega che ci sono alcune idee in fase di valutazione (anche dopo un confronto con il governo), tra le mail della Regione Lombardia emergono alcuni dettagli. E si parla di un mini-lockdown a Milano.

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Come riporta Il Corriere della Sera – entrato in possesso dei contenuti di alcune comunicazioni tra il direttore generale dell’assessorato alla Salute e la task force di esperti della Regione Lombardia – ci sono alcune mail in cui si prospettano dei piani di azione per contenere la diffusione del virus, concentrandosi sulla città di Milano dove la curva epidemiologica è tornata a crescere, facendo salire la preoccupazione. Si va dall’ipotesi di una chiusura anticipata dei bar (alle 18, come accaduto nel mese di marzo), fino al ripristino della didattica a distanza per i licei (quindi un parziale stop alle lezioni a scuola) e alla spinta verso lo smart working.

Mini-lockdown a Milano, le ipotesi al vaglio della Regione Lombardia

Si tratta di ipotesi e comunicazioni intercorse tra i vertici della Regione Lombardia (in questo caso l’assessorato alla Salute) e il team di esperti della task force regionale. Il tutto sarà approfondito nel corso delle riunioni (previste nelle prossime ore) sia all’interno della Regione che con il Comitato Tecnico-Scientifico e il governo. E queste mail confermano quanto indicato dallo stesso Attilio Fontana che questa mattina ha sottolineato come non si voglia arrivare a una chiusura totale (come accaduto tra marzo e aprile), ma di procedere con restrizioni selettive e meno penalizzanti per l’economia.

(foto di copertina: da Pixabay)

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