«Oggi Milano è come Lodi nel mese di marzo»
L'indice RT è arrivato a quota 2,35 e la situazione rischia di provocare una grande zona rossa
23/10/2020 di Enzo Boldi
La situazione è critica e il pensiero di una grande zona rossa all’interno della città metropolitana lombarda si fa sempre più imponente nei pensieri delle amministrazioni locali. A lanciare l’allarme dopo gli ultimi dati che arrivano dal capoluogo meneghino è stato Antonio Giampiero Russo, il medico a capo dell’epidemiologia nella città metropolitana. I numeri si fanno di giorno in giorno sempre più preoccupanti e il paragone con quanto accaduto all’inizio della pandemia è inevitabile: «Milano come Lodi nel mese di marzo».
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Erano quelli i giorni in cui l’Italia ha preso coscienza di dover fare i contro con quel virus che ha seminato malati e vittime su tutto il territorio: prima il Lombardia, poi in Veneto prima di coinvolgere (con numeri differenti) tutto il Paese da Nord a Sud (come testimoniato dai dati quotidiani di questa seconda ondata). E dal primo caso ufficiale riscontrato a Codogno, nel Lodigiano, è partito quel domino che sta condizionando la vita di tutti.
Milano come Lodi a marzo
E i numeri parlano chiaro: «Basti pensare che i casi a Milano ci dicono che il virus si è riattivato questa estate, con le persone che sono andate ovunque in Spagna, Grecia e Croazia e hanno riportato il virus in casa. Oggi Milano è come era Lodi a marzo», ha detto il capo dell’epidemiologia dell’Ats meneghina a Il Sole 24 Ore. Una situazione che sembra essere fuori controllo e che ha portato a una nuova situazione di emergenza già vista nei mesi scorsi, con la preoccupazione per i posti letto in ospedale e nelle terapie intensive.
Il lockdown locale per fermare la pandemia
Il medico suggerisce un lockdown a tempo determinato e a livello locale, nel tentativo di abbassare la curva epidemiologica e ridurre al minimo le occasioni di contagio tra cittadini. Quindici giorni per resettare il sistema, nella speranza di non tornare a vivere una situazione già vissuta solo qualche mese fa.
(foto di copertina: da Pixabay)