La disfatta di Bloomberg, che ha speso 230 dollari per ogni voto ricevuto
04/03/2020 di Gianmichele Laino
C’è una vecchia frase usata nel gergo ciclistico e che viene ripetuta spesso nelle tappe interlocutorie dei grandi giri. «Oggi non sapremo chi vincerà il Giro d’Italia/Tour de France, ma sapremo sicuramente chi non lo vincerà». Il Super Tuesday ci ha dato proprio questa indicazione: se il forte ritorno in sella di Joe Biden gli ha permesso di conquistare la vetta della classifica delle nomination, ma non di distanziare Bernie Sanders (che ha pagato lo scotto degli endorsement moderati a Biden di Pete Buttiegeg e di Amy Klobouchar), sicuramente il voto nei 14 stati americani del martedì Democrat ha sancito l’impossibilità di vittoria per Mike Bloomberg e per Elizabeth Warren.
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Mike Bloomberg e i suoi 230 dollari spesi per ogni voto ricevuto
Se per la seconda, la questione era scontata (il suo elettorato è troppo sovrapponibile a quello di Sanders, ma lei non ha una base elettorale così forte alle spalle), per Bloomberg – piombato prepotentemente nella campagna per le primarie, a suon di spot pubblicitari e di soldi spesi per la sua candidatura – si è trattato di una vera e propria doccia fredda.
🔴🇺🇸 #Bloomberg ha speso 559 milioni di dollari in spot pubblicitari.
🗳️ Sommando i voti giunti finora e i voti rimanenti stimati dal @nytimes, riceverà circa 2,42 milioni di voti.
💸 Ciò significa una spesa di circa 231$ per ogni voto.#USA2020 #SuperTuesday #maratonamentana pic.twitter.com/Hgv1gdsZEL
— YouTrend (@you_trend) March 4, 2020
Il numero dei delegati conquistati dall’ex sindaco di New York e magnate dell’editoria finanziaria è praticamente risibile. Nella più ottimistica delle previsioni, non riuscirà a superare i due milioni e mezzo di voti, per un totale di circa 120 delegati. Una distanza che appare già incolmabile rispetto ai suoi due più forti avversari, Joe Biden e Bernie Sanders, appunto.
Una débacle ancora più evidente se si considera la spesa complessiva che Mike Bloomberg aveva fatto per la sua campagna elettorale. Per i suoi spot pubblicitari della campagna elettorale per le primarie, l’ex sindaco di New York aveva sfoderato l’artiglieria pesante: 559 milioni di dollari, fino a questo momento. Se si dividono per il numero di consensi ottenuto, ecco che ci si avvicina alla soglia dei 230 dollari per ogni voto ricevuto. Un rapporto assolutamente in rosso per Bloomberg che potrebbe considerare, dopo questo Super Tuesday, di ritirarsi definitivamente dalle primarie democratiche.