I migranti della Vos Thalassa: «Ma quali minacce? Noi abbiamo supplicato l’equipaggio»
13/07/2018 di Gianmichele Laino
In arrivo le prime informazioni sull’inchiesta che sta indagando sui fatti accaduti tra lunedì e martedì sulla Vos Thalassa, il rimorchiatore che ha soccorso una imbarcazione con 67 migranti a bordo. Secondo quanto si apprende, gli investigatori avrebbero sentito sia l’equipaggio, sia alcune delle persone che sono salite sulla nave e che sono state successivamente trasferite sulla nave Diciotti della Guardia Costiera dopo la richiesta d’aiuto.
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Migranti Vos Thalassa, la versione delle 67 persone a bordo
L’equipaggio della Vos Thalassa avrebbe detto alla procura di Trapani di essersi sentito minacciato quando i migranti si sono resi conto che la nave stava facendo rotta verso sud. Alcuni di loro si sarebbero avvicinati ai marinai dicendo «Italia, Italia, no Libia», strattonando e arrivando al contatto fisico con i membri dell’equipaggio, spintonando anche il primo ufficiale della Vos Thalassa.
Diversa, invece, la versione dei migranti. Sempre ai magistrati che stanno seguendo l’inchiesta avrebbero detto che l’equipaggio della Vos Thalassa ha scambiato le loro suppliche insistenti per minacce. Gli uomini avevano paura di tornare il Libia e per questo hanno espresso in maniera concitata il loro disappunto. Ovviamente, si tratta di tesi diametralmente opposte tra loro, che dovranno essere entrambe verificate.
Migranti Vos Thalassa, due indagati a piede libero
L’inchiesta, quindi, va avanti. Si cercano, infatti, eventuali scafisti del gommone e da questo punto di vista sono in corso sui due indagati a piede libero. Insomma, una prassi molto lontana dal quel «li voglio veder scendere in manette» evocata dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. Intanto, si registra la reazione dell’Associazione Nazionale Magistrati, che condanna duramente il modo di procedere del Viminale sulla questione: «Il lavoro dei magistrati della Procura di Trapani venga lasciato proseguire senza interferenze. Qualsiasi richiesta in merito è ingiustificata e non in linea con i principi di autonomia e indipendenza fissati dalla Costituzione, cui tutti devono attenersi».