Il Mibac taglia i fondi per il Museo della Shoah a Ferrara
01/03/2019 di Enzo Boldi
C’è un caso politico che sta agitando le acque dei canali di Ferrara. Il sindaco della città dell’Emilia Romagna ha infatti denunciato una ‘manina’ che avrebbe destinato i fondi promessi (e già stanziati) del Mibac per il completamento delle strutture che ospitano il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah (Meis). Il ministro dei beni culturali, Alberto Bonisoli, parla solo di un rinvio. Parole che fanno sorgere una domanda: che fine hanno fatto quei soldi?
Si parla di 25 milioni che, per il momento, non finiranno nelle casse del comune di Ferrara per completare l’ultima ala del Museo della Shoah. Il sindaco Tiziano Tagliani e l’assessore alla cultura dell’Emilia-Romagna, Massimo Mezzetti hanno scritto una lettera congiunta per render pubblica questa decisione da parte del Mibac e «per ovviare al silenzio che ha accompagnato questa decisione, che penalizza non solo Ferrara ma anche il nostro Paese: il Meis è un museo nazionale, voluto in un luogo decentrato rispetto alla Capitale e per il quale erano state date specifiche indicazioni organizzative e architettoniche, per renderlo competitivo a livello internazionale».
Il Mibac rimanda i fondi per la costruzione del Meis a Ferrara
Il pronto intervento del ministro Bonisoli e della sottosegretaria leghista Borgonzoni, ha rassicurato sul finanziamento dal parte del Mibac per l’ultimazione del Meis, ma ha anche evidenziato come il tutto sia stato rinviato. Quei soldi già stanziati, quindi, sembrerebbero esser stati destinati ad altro uso. Ma non si sa a cosa serviranno quei 25 milioni di euro.
Si torna a parlare di ‘manina’
E le accuse diventano molto pesanti. «Io voglio pensare che non ci sia una ‘manina’ – ha detto il sindaco di Ferrara – per togliere fondi ai Comuni oggi politicamente non allineati con il governo». Parole che pesano come macigni, ma che fanno emergere un’evidente tensione tra le parti. Difficoltà nei rapporti che emergono anche dalla parole dell’assessore alla cultura dell’Emilia-Romagna, Massimo Mezzetti: «Una scelta incomprensibile e gravissima, motivata con i ritardi del segretariato regionale, organo dello stesso ministero che non avendo impegnato la somma entro il dicembre 2018, si è visto di fatto distogliere i fondi. Che verranno riassegnati ad altri interventi».
(foto di copertina: ANSA/UFFICIO STAMPA UCEI)