Una migrante morta a Metaponto nei capannoni degli stagionali della raccolta del pomodoro

07/08/2019 di Redazione

Una donna originaria della Nigeria, l’ennesima tragedia del lavoro e di un sistema – quello italiano – che non riesce a garantire un’accoglienza organica. Il corpo carbonizzato di una donna si trova ancora, nella mattinata del 7 agosto 2019, all’interno di un capannone di Metaponto, frazione del comune di Bernalda, luogo noto per le attività turistiche e per i percorsi storici della Magna Grecia. Ma anche per essere uno dei teatri principali del lavoro degli stagionali della raccolta del pomodoro in Basilicata.

Metaponto, l’incendio in un capannone occupato da migranti

Molto spesso, questi lavoratori stagionali non sono regolari oppure vivono in alloggi di fortuna. Alloggio di fortuna era anche il complesso industriale «La Felandina» che da anni viene occupato in maniera irregolare dai migranti che arrivano in zona per la raccolta dei pomodori d’agosto.

«Occorre trovare delle alternative – ha detto il sindaco di Bernalda Domenico Tataranno -. Abbiamo scritto a tutti: al Governo, alle istituzioni locali, ma il problema è ancora qui. Attendiamo anche che il Demanio, proprietario degli immobili, provveda a murare gli accessi ai capannoni della ex Felandina». In effetti, il capannone è di proprietà dello Stato italiano e per diverse volte le istituzioni di Bernalda hanno chiesto al governo di intervenire per trovare una soluzione definitiva alle varie strutture nelle campagne della cittadina.

Le cause dell’incendio a Metaponto

Da anni, però, tutto tace. E il risultato è un episodio di cronaca molto grave, come questo. Il corpo della donna è andato a fuoco in un incendio scoppiato per cause ancora da accertare. La presenza di bombole di gas all’interno della struttura sta anche rallentando le operazioni di recupero dei resti della giovane nigeriana.

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