Il tribunale di Mosca va avanti: niente archiviazione, per i magistrati Meta è una organizzazione estremista

Si tratta di un riflesso di quanto accaduto nei giorni scorsi, con Meta che aveva autorizzato alcune forme di hate speech nei confronti dell'esercito russo e dei russi favorevoli all'invasione

21/03/2022 di Redazione

Nessuna archiviazione, si va avanti. Meta – la società di Mark Zuckerberg titolare di Facebook e Instagram – era stata accusata di essere una organizzazione estremista, esattamente dopo che la piattaforma aveva permesso alcune forme di espressione di hate speech nei confronti dell’esercito russo, di chi era favorevole all’invasione dell’Ucraina e – in un primo momento – anche contro le istituzioni che l’hanno promossa. Successivamente, Meta aveva rettificato questa policy, affermando che – ad esempio – non era consentito minacciare di morte capi di stato come Vladimir Putin o Alexander Lukashenko. Immediatamente, l’ambasciata russa negli Usa aveva fatto una richiesta in questa direzione e l’accusa che Meta possa essere considerata organizzazione estremista è arrivata in tribunale. Oggi, il tribunale di Mosca ha respinto la richiesta di archiviazione rispetto a questa accusa.

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Meta organizzazione estremista, respinta la richiesta di archiviazione

Stando a quanto riportato dalle agenzie di stampa russe, il team legale di Meta rappresentato da Victoria Shagina aveva richiesto che la società fosse liberata da queste accuse, scrollandosi di dosso l’etichetta di azienda russofoba. Tuttavia, la corte ha proseguito spedita verso questo suo orientamento, che ben si sposa anche con le misure operative che il Roskomnadzor, l’autorità garante della comunicazione e dei media, ha preso nei confronti di Facebook e Instagram, bloccando i loro servizi in Russia.

L’accusa di organizzazione estremista è stata formulata in passato anche verso altri soggetti in Russia. L’Isis, ad esempio, o i Testimoni di Geova, oppure le organizzazioni che fanno capo all’oppositore Alexei Navalny: si tratta di soggetti che sono stati colpiti da questa accusa e che ne hanno sperimentato le conseguenze. Queste ultime sono rappresentate dal fatto che le aziende o le organizzazioni colpite dall’accusa di estremismo non potranno continuare a svolgere attività economiche sul territorio russo. Al momento, Instagram e Facebook già non sono più operative nel Paese, a differenza di WhatsApp che – pur facendo parte del gruppo Meta – continua a svolgere il proprio servizio. Non è chiaro come procederà questa azione giudiziaria e se, alla fine, l’accusa verrà confermata in blocco: in quel caso, potrebbero esserci delle conseguenze anche per il servizio di messaggistica di Meta.

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