Meta ha rimosso gli account che pubblicavano falsi articoli di Ansa e Repubblica

Nell'ambito di un'operazione che ha coinvolto più Paesi, anche i due nomi delle testate giornalistiche italiane erano stati utilizzati per fare propaganda russa

28/09/2022 di Enzo Boldi

Due fonti di propaganda, entrambe con sede a Est. Nel corso delle ultime settimane, come confermato attraverso una nota ufficiale, Meta ha ripulito il suo ecosistema (in buona parte riferendosi a Facebook, ma anche su Instagram) rimuovendo migliaia di account che, sulle proprie bacheche, pubblicavano contenuti falsi. Il tutto utilizzando la strategia del millantato credito, utilizzando grafiche per realizzare siti artefatti di informazione. Il doppio fronte è stato individuato in Cina e in Russia e, in entrambi i casi, la strategia era la stessa. E ci sono anche due note testate italiane utilizzate (falsificando il contenuto e le notizie) per portare avanti questo spargimento di fake news: La Repubblica e Ansa.

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Ma la lista è molto più lunga: «Dal 5 giugno al 14 luglio, l’operazione ha creato più di 15 siti che si sono spacciati per siti di notizie legittimi. Uno si è concentrato sull’Ucraina, due sulla Francia, due sull’Italia, tre sulla Lettonia, quattro sul Regno Unito e cinque sulla Germania». Il comunicato di Meta fornisce alcuni dettagli temporali. Perché nei mesi estivi questo fenomeno si è moltiplicato utilizzando come ariete per la diffusione della propaganda cinese e russa alcune delle principali testate (artefatte) dei suddetti Paesi. Poi, con il passare del tempo, i falsi domini si sono moltiplicati quasi esclusivamente spacciandosi per organi di informazione tedeschi.

Repubblica e Ansa, gli account fake rimossi da Facebook

Una vera e propria organizzazione che aveva il suo “core business” sui temi legati alla guerra in Ucraina. In che modo veniva condivisa su Facebook questa disinformazione propagandistica? Meta spiega nel dettaglio uno degli esempi più laconici con questa organizzazione (una vera e propria costellazione di account fake) che «coordinava la pubblicazione di articoli in più lingue. Ad esempio, lo stesso articolo su Bucha pubblicato lo stesso giorno in inglese sul sito contraffatto del Guardian è poi stato pubblicato in italiano sul sito contraffatto dell’ANSA e in tedesco sul sito contraffatto di Der Spiegel“.

La Repubblica e Ansa, dunque. Due dei principali siti di informazione italiani (gli altri sono indicati nel report integrale) che veniva falsificati per diffondere bufale propagandistiche. Un vero e proprio millantato credito per dare “autorevolezza” a narrazioni false, attraverso l’utilizzo di nomi riconosciuti e riconoscibili. Adesso, proprio con questa ampia operazione parallela (che ha riguardato i due punti focali, uno in Cina e l’altro in Russia), Meta sostiene di aver arginato il fenomeno. In attesa di capire se l’ecosistema social rimarrà pulito in vista delle elezioni di mid-term in programma il prossimo 8 novembre negli Stati Uniti.

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