La fronda dei leghisti che messaggiavano dispiaciuti con Conte, Salvini: «Non fatelo più»

12/09/2019 di Redazione

Tra le tante cose dette e non dette che fanno parte del gioco quando finisce un governo, c’è anche questo dettaglio curioso che è stato riportato oggi, 12 settembre, sul quotidiano La Stampa. Secondo alcune fonti parlamentari, diversi deputati e senatori della Lega avrebbero inviato dei messaggi a Giuseppe Conte, dicendosi dispiaciuti per quanto accaduto, rammaricati per la rottura improvvisa di Matteo Salvini in pieno mese di agosto, frustrati per la mancata occasione di continuare l’esperienza di governo. La storia dei messaggi leghisti a Giuseppe Conte, tuttavia, sarebbe arrivata all’orecchio di Matteo Salvini in persona.

Messaggi leghisti a Conte, la furia di Salvini

E questa situazione, stando ai racconti, non gli sarebbe piaciuta affatto. Anche perché qualcuno gli avrebbe rivelato il contenuto di questi messaggi (qualcosa, in realtà, era già trapelata al momento delle trattative tra Pd e Movimento 5 Stelle, con la Lega che stava a guardare quasi nostalgica). I messaggi leghisti contenevano anche qualche critica nei confronti di Matteo Salvini che, in prima persona, aveva dato il via alla crisi.

Messaggi leghisti e la risposta in codice di Conte

Non essendo abituato alle critiche da parte dei propri deputati e senatori, Matteo Salvini, nella prima riunione utile con i gruppi parlamentari di Camera e Senato, ha intimato quasi che episodi del genere non sarebbero più dovuti accadere. Un vero e proprio avvertimento, una sorta di «o con me o senza di me». Da quel momento in poi, soltanto qualche rapida occhiata – soprattutto nella discussione in Senato – con i banchi della Lega e l’infinito gioco delle parti con cui il leader del Carroccio ha attaccato il presidente del Consiglio.

Giuseppe Conte non ha mai fatto un riferimento esplicito a questi messaggi leghisti, ma ha tuttavia chiarito un passaggio fondamentale nel suo discorso al Senato: «Inutile dare la colpa agli altri per conservare la leadership del proprio partito».

FOTO: ANSA/ ETTORE FERRARI

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