La vera storia del meme virale di Taffo che dice: «Potremmo essere gli unici a farvi entrare senza green pass»

In realtà, è stato realizzato dal vignettista e autore Enzofilia che poi è stato citato dall'agenzia funebre più famosa del web

28/07/2021 di Gianmichele Laino

Storia di un meme di successo. Capita spesso al team social di Taffo, l’agenzia funebre con sede nella Capitale più famosa del web proprio per il suo modo irriverente di giocare con il tema della morte. Questa volta, però, il grande impatto del meme Taffo sul green pass è stato viziato da un piccolo giallo che, alla fine, si è concluso con il tipico e vissero tutti felici e contenti. Ma partiamo con ordine e cerchiamo di capire cosa è successo.

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Meme Taffo sul green pass, la firma è di Enzofilia

Sui social network è comparsa la foto di una bara con l’ormai celebre logo di Taffo Funeral Service. Il testo del meme di accompagnamento era: «potremmo essere gli unici a farvi entrare senza green pass». Una battuta che ha colto un tema molto dibattuto in queste ore: a fronte della decisione del governo di rendere obbligatorio il certificato verde per l’ingresso in diversi locali pubblici o aperti al pubblico dal prossimo 6 agosto, in Italia si stanno organizzando manifestazioni in diverse città. Ovviamente, sono manifestazioni su cui c’è tanta preoccupazione: alcune di queste non sono state autorizzate e vanno a creare pericolosi assembramenti che possono favorire la circolazione del virus. Da qui l’ironia di Taffo, che ha deciso di giocare sull’ambiguità dell’ingresso senza green pass e del destino macabro a cui potrebbero andare incontro i non vaccinati.

Originale? Attenzione. Perché qualche ora dopo la diffusione del meme, è circolato lo screenshot di una conversazione privata via social network che ha visto protagonisti proprio l’account di Taffo e quello del vignettista (collabora spesso per la testata calabrese LaC News) e autore Enzofilia.

Come si è risolta la vicenda del meme

Nella conversazione, si legge: «Ciao Enzo, potresti eliminarla? Ci sta creando dei danni. Potresti eliminarla?». Danni legati perlopiù al fatto che, per il meme realizzato da Enzofilia, il logo di Taffo era quello vecchio e non quello attualmente utilizzato. Il problema è stato che Enzofilia ha eliminato il suo meme, ma qualche minuto dopo ne è apparso uno dal contenuto identico con il nuovo logo di Taffo. Da qui, il pomeriggio di protesta sui social network, con tanto di tweet di denuncia realizzato da Stefano Andreoli, tra i fondatori di Spinoza.

Alla fine, però, tutto è bene quel che finisce bene. Taffo ha riconosciuto la paternità del post a Enzofilia e lo ha taggato nei suoi contenuti su tutti i suoi social. La spiegazione ufficiale dell’agenzia funebre è stata: «Non sapevamo chi fosse l’autore. Quella cosa l’abbiamo scritta a tutti quello che ci hanno inviato il post non conforme nella grafica e con il logo vecchio. Nella caption abbiamo scritto che è un post voluto dal popolo. Ora si è palesato l’autore e l’abbiamo taggato». Per una volta, nella giungla dei social network, dove l’originalità del lavoro intellettuale è sempre soggetta a traslazioni di identità, la questione si è risolta, grazie al buon senso e alla sensibilità degli attori protagonisti.

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