Morte del piccolo Mehmed: al padre Aljica Hrustic contestato il reato di tortura in famiglia

Il pm Giovanna Cavallari ha notificato la chiusura delle indagini sulla morte del piccolo Mehmed, il bambino di due anni ucciso dal padre Aljica Hrustic. Dalle carte emerge che il 25enne di origini croate sottoponeva il piccolo e la moglie 23enne a sevizie, violenze e torture. È la prima volta in Italia che il reato di tortura, introdotto nel 2017, viene contestato all’interno della dimensione familiare.

Morte del piccolo Mehmed: al padre Aljica Hrustic contestato il reato di tortura in famiglia

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Il piccolo di soli due anni era stato colpito a morte dal padre Aljica Hrustic, che era sotto l’effetto di droghe, perché si era sporcato non indossando il pannolino. A chiamare i soccorsi il 22 maggio scorso era stato proprio lui, parlando al telefono di una crisi respiratoria del piccolo, ma al loro arrivo gli operatori avevano trovato solo la madre di Mehmed, ormai deceduto.

Non era la prima volta che il 25enne perdeva la pazienza con il figlio minore: «lo ingiuriava ripetutamente con l’epiteto di scemo, lo percuoteva senza alcun motivo e lo colpiva con calci e pugni, lo morsicava e gli provocava bruciature di sigarette su diverse parti del corpo» si legge nelle carte, dove viene chiarito anche che «pochi giorni prima del decesso del bambino egli stesso gli provocava, con una fiamma viva di dimensioni ridotte (verosimilmente un accendino) vastissime ustioni sulle piante dei due piedi». Non solo il piccolo Mehmed, anche la moglie 23enne subiva vessazioni e violenze sia fisiche che psicologiche. Secondo quanto riportato dalla pm Cavallari, la ragazza veniva controllata dal compagno in maniera ossessiva, veniva picchiata di fronte ai figli, segregata in casa. Impossibile per lei chiedere aiuto, sia telefonicamente dato che il compagno le sequestrava il cellulare o la batteria, ma anche di persona perché spaventata dalle possibili conseguenze.

Dettagli raccapriccianti, che hanno portato la pm a contestare a Aljica Hrustic il reato di omicidio volontario aggravato, torture e maltrattamenti aggravati. È la prima volta in Italia che il reato di tortura viene contestato all’interno della dimensione familiare.

(Credits immagine di copertina: Twitter)

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