I medici in Piemonte rifiutano i 350 euro del governo: «Vogliamo dignità e rispetto, non soldi»

In Piemonte il sindacato dei medici Anaao si è espresso duramente contro la Regione e contro lo Stato per il trattamento ricevuto dai medici, definendo elemosina i 350 euro che il governo vuole dare ai camici bianchi. In questo senso sono stati investiti 13 milioni dei 55 complessivamente destinati alla Lombardia ai medici, che però sottolineano come «abbiamo speso molto di più per comprarci le attrezzature che non ci avete dato». Il messaggio arriva chiaro e forte: «Tenetevi l’elemosina, vogliamo rispetto».

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«Abbiamo speso molto di più per comprarci le attrezzature che non ci avete dato»

La nota di Anaao è chiara: 350 euro non sono una somma sufficiente per coprire le spese che i medici hanno dovuto affrontare per comprare le attrezzature necessarie a lavorare in sicurezza. «Noi vogliamo di più. La misura è colma», dice il sindacato sulla distribuzione dei premi sanitari. Sarebbero 13 milioni di euro per 11 mila medici in Piemonte, cifra che il sindacato ha definito inaccettabile, paragonabile a un’elemosina che non serve ricevere proprio perché i medici hanno speso molto di più per sopperire alla mancanza di Dpi forniti da governo e Regione. «Tenetevi la vostra elemosina. Che se la tengano il governo nazionale e quello regionale», dice Anaao, considerato «abbiamo speso ben di più per comprarci le mascherine filtranti che non ci avete fornito».

Avevamo bisogno di altro, non di soldi

 

Questa la morale della nota diffusa, nella quale si legge: «Cosa chiedeva un chirurgo mandato a visitare una polmonite Covid? Chiedeva di essere formato, istruito. Non soldi. Cosa chiedeva un ortopedico sbattuto in pronto soccorso a visitare pazienti di tutti i tipi? Chiedeva l’ordine di servizio. Non soldi. Cosa chiedeva un medico del reparto Covid? Chiedeva le maschere filtranti. Non soldi. Chiedeva il tampone se aveva la febbre, chiedeva la quarantena. Cosa chiedeva il rianimatore che doveva ventilare e non aveva i caschi? I caschi, perdio. Chiedeva i caschi e si inventava l’adattamento delle maschere di Decathlon. Non chiedeva soldi».

«Ci fate pentire dell’abnegazione dimostrata»

In riferimento alla cifra, considerata irrisoria, la nota ha anche voluto specificare cosa in realtà sarebbe servito: «non aprire le scuole, la zona rossa, i percorsi separati, chiedeva di cambiare le linee guida dell’Istituto superiore di sanità, chiedeva i dispositivi di protezione individuale, chiedeva il telelavoro, chiedeva sicurezza, chiedeva tamponi». Conclude: «Ora ci fate pentire dell’abnegazione dimostrata, della professionalità e della fiducia riposta. Noi vogliamo di più, molto, molto di più. Vogliamo dignità e rispetto, anche».

(Immagine copertina da Pixabay)

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