La rabbia dei turisti veneti e lombardi ‘rimpatriati’ da Mauritius: «Sembrava la scena di un film di Checco Zalone»

25/02/2020 di Enzo Boldi

La decisione del governo di Mauritius appariva paradossale fin dalle prime ore e la rabbia, soprattutto per il trattamento disomogeneo avuto basandosi sulla regione di provenienza dei turisti, degli italiani costretti a tornare nella notte all’aeroporto di Fiumicino è tangibile. Quaranta di loro – su 212 partiti oltre 24 ore fa – sono rientrati nella notte dopo che il governo dell’isola nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico li voleva obbligare a una quarantena in ospedale per via del Coronavirus. Si tratta di passeggeri veneti e lombardi, mentre tutti gli altri sono stati fatti sbarcare senza alcun problema, nonostante avessero viaggiato sullo stesso velivolo.

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All’aeroporto di Fiumicino, come riportano La Repubblica e Il Corriere della Sera, c’era molta rabbia al momento dello sbarco, con i quaranta – tra veneti e lombardi – che si sono sentiti discriminati per la decisione presa dalle autorità delle Mauritius. A loro era stata consentita una scelta tra il rimanere sull’isola, ma in quarantena obbligatoria in due ospedali, oppure il ritorno in Italia. I quaranta, dopo un lungo tira e molla, hanno scelto il rimpatrio.

Il racconto degli italiani costretti a rientrare da Mauritius

«A Malpensa nessuno ci ha controllato e neanche qui a Roma – spiega al Corriere della Sera una donna milanese -. Alle Mauritius potevano farci scendere tutti, abbiamo respirato la stessa aria, quindi siamo tutti infetti o tutti in salute. Noi italiani siamo stati trattati da profughi, uno schifo. Erano scene da film, andavano bene per Checco Zalone e Verdone». Al netto della citazione cinematografica, il punto più critico di questa vicenda è la scelta di far sbarcare solo persone non provenienti da Veneto e Lombardia, nonostante avessero viaggiato sullo stesso aereo con gli altri turisti. Insomma, se qualcuno poteva essere a rischio di contagio, non poteva esser presa una decisione in base alla provenienza geografica per ovvi motivi.

Alitalia e la Farnesina

Tra i quaranta ritornati dalle Mauritius senza mai metter piede sull’isola, c’è anche chi si lamenta del trattamento riservato dal personale di Alitalia che non gli avrebbe fornito assistenza durante il volo di rientro, né tantomeno acqua. Poi c’è chi racconta quelle infinite ore di attesa: «Erano tutti con le mascherine, ci stavano aspettando come fossimo marziani – ha spiegato un uomo a La Repubblica -. Non ci hanno fatto scendere e rimbalzavano notizie fra il comandante, un ispettore della salute delle Mauritius e la Farnesina, poi il colpo di scena: scendono tutti ma non chi arriva da Lombardia e Veneto».

(foto di copertina: da Pixabay)

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